La difesa tace

Avevo chiesto alla nostra difesa di farci avere le impressioni di uno di loro , purtroppo ad oggi nessuno mi ha fatto pervenire qulache cosa. un articolo, delle riflessioni, delle emozioni. Una volta i difensori erano quelli che più si avvicinavano agli sciabolatori, mentre lasciavano il fioretto agli attaccanti, ma questo era tanto tempo fa. Erano i tempi della sack exchange, erano i tempi in cui era facile far cadere una difesa in fuori gioco o fargli un blocco controflusso. Oggi non è così. Oggi anche le difese hanno schemi e play book di tutto rispetto, urlano tranquillamente destra e sinistra e vanno dalla parte giusta senza confondersi, senza doversi mettere il nastrino al polso destro per distinguerlo dall’altro e allora? Ma come postate mille fotografie in posa davanti allo specchio, ci informate dove e con chi andate ogni dieci minuti su facebook e non riuscite a comunicare cosa provate nel vostro animo? Non riuscite a dire ai vostri compagni cosa passa pe rla vostra testa  li sulla linea di scrimmage prima che la palla si alzi, in quegli interminabili secondi che  i profani chiamano tempi morti, ma che per chi gioca o ha giocato sono i momenti i cui senti l’adrenalina che ti scorre al massimo mentre cerchi   di concentrarti sul baricentro del tuo uomo ed ignorando i suoi occhi che ti cercano per distrarti e prenderti non pronto? Si è vero che è meglio agire d’istinto, facendo ciò che avete provato mille volte in allenamento, ma qualche pensiero dovrete pur averlo. Quando da fuori vi chiediamo dateci la palla, prendete quella fottuta palla ci sarà qualcuno che proverà delle emozioni, che sentirà salire la voglia di fare qualcosa più del solo cento per cento? Insomma era questo che volevamo sapere ed è questo che ci aspettiamo di sapere dai nostri compagni. il football è emozione, ma è anche condivisione e a noi piacerebbe condividere con voi qualche riflessione prima che un altro giocatore di attacco pubblichi el sue. Viviamo nell’era della comunicazione e mai come oggi siamo in un mondo in cui la capacità di comunicazione è pari a zero. Si scrivono e dicono cose politicamente corrette ma si tacciono le cose vere, i sentimenti, le emozioni, forse  per paura che siano solo nostre e per cui sbagliate. Avete mai sentito dire ad un politico qualsiasi so cosa dovrei fare ma ho paura di non essere all’altezza o qualcuno manifestare legittimi dubbi ? No bisogno far credere di avere la ricetta per tutto in tasca, salvo poi trovare un capro espiatorio quando, come molto spesso accade la ricetta non era quella giusta. Cominciamo noi a non aver paura di esprimere ciò che proviamo, di accettare quello che sentiamo come un fatto naturale e non come un fatto di cui vergognarci. Sono sicuro che troverete un pò di tempo per rifletterci e farci partecipi di quello che provate. Le vittorie più importanti sono quelle su se stessi in fondo, provateci.