Un Rams alla volta: Tommy Guardamagna #55

1) Come hai scoperto il Football Americano?

“Ero piccolo, una sera per caso cambiai canale della televisione e vidi uno spezzone di una partita di questo strano sport giocato da uomini bardati con casco e paraspalle che “se le davano di santa ragione” e ne fui subito entusiasta. Il mio interesse per il Football americano partì da lì. Quel pulsante sul telecomando schiacciato per errore fu lo sbaglio più bello della mia vita”.

2) Come ti sei avvicinato ai Rams e perché hai scelto di giocare con loro?

“Era il 2012, trovai il sito dei Rams Milano, da quel giorno la mia passione per questo sport, che era già tanta, crebbe sempre di più e a dismisura. Passai ogni giorno a leggere gli articoli sul sito per cercare più informazioni possibili. Un giorno vidi che ci sarebbe stato, l’ultimo weekend di agosto, un training camp basato sulla preparazione atletica tenuto dai Rams, ed aperto anche a chi volesse provare ad entrare a far parte della squadra. “Costrinsi” mia madre a telefonare alla società per informarsi e chiedere se avessi potuto partecipare. Il sabato mattina mi presentai al campo. Avevo 14 anni e presi parte ad un allenamento del Kaiser (quando un soprannome dice tutto), il preparatore atletico. Non fu l’allenamento più leggero, ma mi piaceva, capii subito che c’era qualcosa in più in questa squadra, ed in questo sport, di un semplice hobby. Era molto di più che un passatempo, era una famiglia, un gruppo di persone che teneva davvero a me e che ci teneva ad insegnarmi qualcosa ed io non vedevo l’ora di entrare a farne parte. Pochi allenamenti dopo Big Ram mi vestì, mi diede casco e paraspalle, e da lì a iniziò questa bellissima e stupenda avventura”.

3) Quali sono i momenti fondamentali per il tuo percorso di giocatore nei Rams?

“Penso che ogni momento sia stato fondamentale per la mia crescita come giocatori. Dai primi allenamenti, dove sia lo staff che i miei compagni mi insegnarono la tecnica ed i fondamentali, ma soprattutto mi insegnarono che sbagliare è umano e che dagli errori bisogna trarre insegnamenti perché sono occasioni importanti per imparare. Gli allenamenti del Kaiser, oltre ad avermi messo in condizione di essere sempre più performante fisicamente, mi hanno anche insegnato a non mollare mai e a superare la fatica grazie alla forza che la squadra di da. Fondamentali anche I viaggi in USA, grazie alle borse di studio istituite dai Rams e donate dalla nostra amica Anna Puzzarini, per assistere alle Convention dell’AFCA, dove ho potuto apprendere nuove tecniche per alzare il mio livello di gioco. Con passare del tempo, sono diventato titolare, capitano e membro della Green Élite, onori che mi sono stati riconosciuti grazie all’impegno, la crescita e l’esperienza. Sono anche arrivate le vittorie dei Superbowl (2012,2014) che hanno rappresentato il coronamento dell’impegno e del sudore versato da tutta la squadra. Ne ho citati solo alcuni, ma come ho detto credo che ogni singolo momento sia stato fondamentale per la mia crescita come giocatore dei Rams”.

4) Raccontaci un aneddoto curioso, divertente che ti caratterizza.

“Ce ne sono tanti, forse uno degli episodi più divertenti che mi riguardano risale al gennaio 2018 in aeroporto a Linate in partenza per gli Usa per assistere alla Convention dell’AFCA. Soffrendo molto il caldo e per niente il freddo, mentre eravamo in fila per il controllo dei passaporti per poi partire, svenni per un colpo di calore e Big mi rianimò a forza di schiaffi. È un episodio che ricordiamo spesso ridendo come pazzi”.

5) Quali valori sportivi, umani, etici hai trovato nei Rams?

“I Rams mi hanno trasmesso, e continuano a trasmettermi, un sacco di valori. Per esempio che l’allenamento ed il duro lavoro pagano sempre, che da soli non siamo nessuno ma insieme siamo imbattibili, che se si vuole si può e non importa quanto sarà difficile, che da gli errori si può solo imparare, che è l’umiltà e la voglia di imparare a fare la differenza e che per essere un giocatore migliore bisogna prima essere una persona migliore. I Rams mi permettono di crescere soprattutto come uomo oltre che come giocatore, quando vedi che la tua parola ed il tuo impegno contano per tutti gli altri capisci di fare davvero parte di una famiglia”.

6) Che cosa senti di avere avuto indietro dai Rams? e che cosa pensi tu di aver portato o dato ai Rams?

“Con i Rams ho trovato la mia seconda famiglia, dei fratelli con i quali condividere la mia vita oltre che l’amore e la passione per questo sport. I o ai Rams ho dato, e sto dando tuttora, tutto ciò che ho: cuore, passione, dedizione, impegno, esperienza e..AMORE, anche se questa domanda andrebbe fatta anche e soprattutto alla squadra.

7) Quali motivazioni hai avuto per giocare anno dopo anno?

“La mia motivazione sono i RAMS…e non aggiungo altro”.

Alessandro Ferri.