Meno di un mese alla prima di campionato.

Quarantasei giocatori in campo, dodici influenzati cinque giustificati e tre ingiustificati, queste le presenze di giovedì sera sul campo di allenamento. Un risultato confortante, ma soprattutto quello che è positivo, oltre il crescente numero di adesioni settimanali, stiamo viaggiando al ritmo di due/tre nuovi arrivi a settimana, è lo spazio che ognuno riesce a trovarsi all’interno della società. Siamo riusciti a trasmettere l’importanza che rivestono molti ruoli ritenuti, a torto, non sostanziali. Qualcuno ha capito che probabilmente avrebbe potuto essere più utile come allenatore e, sacrificando la giuste ambizioni di giocatore ha intrapreso questa carriera, mettendosi da subito a studiare. Qualcun altro ha cominciato una dieta di cui speriamo di vedere i risultati a breve, altri infine più titubanti e un po’ più impauriti si stanno impegnando nella preparazione atletica e nei fondamentali, cercando di risparmiarsi negli scontri in attesa di acquisire più sicurezza. I più esperti, ovviamente si fa per dire, visto che quello con maggior esperienza fatto salvo per tre o quattro elementi, hanno un anno di pratica, stimolati dall’incalzare della voglia dei neofiti, cominciano a disciplinarsi maggiormente e a migliorare le doti indubbie che hanno dimostrato. Insomma niente di nuovo dalla tradizione dei Rams. Tutti quelli che vogliono provare, se dimostrano costanza e passione, trovano il loro posto e la loro dimensione. Fatte queste premesse, sgombrando il campo da false ... More

Li dove comincia il gioco: “La linea di attacco”.

Spesso sento parlare dell’importanza di un quarterback in una formazione di attacco, spesso sento esaltare le doti di potenza del suo braccio e sento amplificare le misure: “si te lo garantisco lanciava sessanta yard, lo ho visto io”. Tutto questo, qualche volta è vero, ma nessuno si sofferma su un particolare: il tempo in cui un ricevitore arriva a sessanta yards è di circa otto secondi, il tempo in cui il pallone arriva a 70 yard è di circa 3 secondi, per cui per lanciare a sessanta yard ci vuole una linea di attacco che conceda 5 secondi al quarterback. Cinque secondi sono una eternità sulla linea di scrimmage eppure nessuno spende grandi parole per quei cinque fenomeni che lavorando insieme, sacrificandosi e combattendo ad armi impari riescono ad arginare l’irruenza della linea di difesa che li malmena come un maniscalco fa come un ferro da cavallo. Loro sono l,i uno per l’altro pronti ad immolarsi per il loro quarteback, per la loro squadra, e se per caso una volta un difensore riesce a fare un sack vengono ridicolizzati e colpevolizzati come gli unici responsabili della mancata chiusura del down. Si, per giocare in linea di attacco bisogna avere qualcosa di superiore dentro, bisogna sapere di svolgere un ruolo fondamentale che solo pochi intenditori sapranno riconoscere. Far parte della linea di attacco vuol dire appartenere ad una elite che sa di essere fondamentale, ma si accontenta del proprio giudizio e non dell’ovazione della folla. Far parte della linea di attacco vuol dire sapere che hai quattro persone che si devono muovere in sintonia con te, che diventeranno parte di te, che condivideranno i tuoi problemi. Ognuno di loro sa che ci sarebbe voluto poco per loro per diventare un ottimo defensive end che avrebbe potuto alzare il dito dopo un placcaggio da solo o dopo un sack, ma loro non giocano per l’applauso, giocano per la squadra. La loro massima aspirazione è quella di ... More