2009 Anno dello sport, speriamo anche del nostro

Buona anno a tutti, e che quello che viene sarà un anno importante credo che lo percepiscano tutti. Delineati i confini si procederà quest’anno alle elezioni del C.F. e del Presidente FIF. Il lavoro maggiore non è la campagna elettorale ma trovare persone competenti e di buona volontà che vogliano spendere, gratuitamente, un po’ del loro tempo per far crescere il nostro sport. Nessuno degli attuali consiglieri è attaccato alla carica, anzi credo che ci rinuncerebbero volentieri, ma ci auguriamo di rivederli nella lista del Presidente. So che la Federazione sta muovendosi per l’attivazione dell’albo dei coach, e per un nuovo rapporto con la classe arbitrale che rimane un punto fermo nella nostra visione dello sport. Ritengo il rispetto e la crescita degli arbitri un punto focale del progetto del Presidente, che si aggiunge al programma, ormai assodato e condiviso sulle giovanili, sui camp tecnici, a questo proposito stiamo avviandoci alla conferma di quello in Puglia per i primi di marzo, e sull’aiuto concreto alle squadre sotto tutti i punti di vista. Ci piace che la Federazione sia e resti il punto in cui i problemi si contribuisce a risolverli, attraverso il dialogo e la buona volontà delle cariche federali ma anche e soprattutto delle varie società. La condivisione dei contratti più vantaggiosi a cui sta lavorando la segreteria non potrà che portare a quell’abbassamento dei costi che dall’inizio sosteniamo per il futuro di questo sport. Vorrei ancora soffermarmi sulla differenza che vorrei rimanesse nel football americano: in tutti gli sport, complici i media, si è pronti a colpevolizzare, l’arbitro per un presunto errore, come se solo il fatto di appartenere alla categoria degli arbitri desse il dovere dell’infallibilità. Non ricordo un processo pari a quello fatto ad un arbitro, ad un giocatore che il rigore decisivo lo ha sbagliato o il tiro a porta vuota lo ha fallito. Ora questa sorta di giochino mediatico per cui è meglio sparare sul signor x che sul giocatore famoso è una mentalità di cui faccio volentieri a meno. Durante, anche quest’anno, ho visto alcuni errori arbitrali e degli stessi ho discusso con gli interessati, ma nello stesso modo e nella stessa maniera con cui ho discusso con i miei giocatori che hanno sbagliato una facile ricezione o un blocco o un placcaggio, convinti che tutti gli interessati abbiano agito per svolgere al meglio il proprio compito e che il confronto civile possa aiutare a capirsi meglio e a meglio condividere la nostra passione. Per questo rinnoviamo la nostra richiesta di affiancare ai clinic per i giocatori, quelli per gli arbitri e far si che la stessa cordialità che si instaura tra giocatori di squadre avversarie, possa instaurarsi tra arbitri, allenatori e giocatori, nel rispetto dei diversi ruoli, ma con la consapevolezza di essere tutti uniti da una grande passione.