Un Campionato vero e avvincente
Ieri sera i mie giocatori hanno finalmente capito cosa vuol dire giocare a football. Si per la prima volta l’allenamento dopo la partita non è stato un defaticante, ma un allenamento intensivo e con contatto. I ragazzi abituati ad arrivare sul campo a fare una corsetta, e pochi esercizi tecnici, si sono dovuti ricredere. Per la prima volta da quando giocano a football tra cinque giorni si gioca ancora e il tempo per riposarsi non c’è. L’esperienza mi aveva insegnato che la preparazione ed il numero di giocatori sarebbe stato un fattore importante. Un giocatore fantastico infortunato, serve alla squadra meno di un buon giocatore sempre presente. Ora in molte squadre italiane, laddove ci sono più giocatori per il medesimo ruolo, non sempre sono al medesimo livello, ed è qui che la conduzione tecnica di una squadra fa la differenza. Non solo sulla tattica di gioco, ma sula preparazione atletica prima dell’inizio, sulla capacità di sopportazione del dolore, sulla gestione delle rotazioni tutti fattori che il nostro campionato metterà in evidenza, sia nella Silver che nella Golden league. Finalmente un campionato vero, tirato, partito in contemporanea e sviluppato in contemporanea. Per carità siamo consapevoli di alcune difficoltà nel reperire i campi, nell’avere crew arbitrali, ma soprattutto nell’avere roster adeguati all’impegno. L’anno scorso ci è capitato di studiare filmati di partite e vedere squadre diverse poi in campo, in quanto rientrati da infortuni alcuni giocatori. Cosi come ci appare falsato che ci siano squadre che giochino un campionato metà in inverno e l’altra metà in primavera, quando altre squadre giocano solo in primavera. Questo succedeva, ma oggi grazie alla buona organizzazione, non succede. Si potrebbe dire per forza sono solo otto squadre, ma dobbiamo ricordarci che l’anno scorso abbiamo visto campionati di cinque squadre non tenere questi ritmi, e poi la nostra golden gioca ben dieci partite di regular season, che sono un impegno probante. Chi vincerà quest’anno sarà veramente il migliore. Oggi sorgono problemi diversi dal nostro primo anno. Il primo anno (2007) partimmo in dieci, arrivammo al primo campionato giovanile con un roster di venticinque persone, quando subimmo una scissione. I giocatori rimasti consci delle difficoltà si adattarono a giocare in alcuni casi doppi ruoli, ma riuscimmo ugualmente a finire il campionato, levandoci la soddisfazione di segnare almeno una meta a tutte le squadre incontrate. Poi un altro campionato con un numero sufficiente proprio perché le partite erano allungate nel periodo, l‘anno scorso il giovanile con una nuova generazione di giocatori ed ad oggi abbiamo 78 giocatori tesserati per un totale di oltre cento ragazzi in due anni. Di questi solo meno di una decina avevano già giocato. Oggi ci si pone un altro problema, far capire ai giocatori, che non sempre possono giocare tutti, ma proprio per questo, tutti devono essere pronti nel caso abbiano una chance di giocare. Riuscire a far capire questo non è un compito facilissimo, proprio per come era strutturato il football. Oggi ritengo o lo scrissi settimana scorso che i campionati FIF saranno molto equilibrati proprio per questo. Non ci saranno quattro partite sulla carte già vinte e solo una sarà quella decisiva, no , ogni partita sarà storia a se, gli infortuni saranno un fattore importante i tempi di recupero sono ridotti al minimo, ma questo è il Football. Se fosse giocato così vi garantisco che nessuno si inventerebbe di fare un torneo under 25 o under 23, perché per molte squadre sarebbe un doppione di campionato e otterrebbe l’effetto unico di nauseare i giocatori. L’under 21 e 18 viceversa, farebbe si che coloro i quali non giocano il campionato senior, possano far esperienza prima di salire alla prima squadra. Possono permettere a ragazzi giovani di imparare la tecnica per assorbire urti ben più violenti, e gestire i piccoli acciacchi come il football richiede. La situazione italiana in cui abbiamo molti giocatori di oltre 30 anni è anomala, a meno che uno non lo faccia per professione. Se vogliamo aumentare il livello tecnico facciamo campionati credibili e circoscritti nel tempo, e lasciamo il resto dell’anno i giocatori, prepararsi per il prossimo campionato, ma anche avere un tipo di vita sociale normale, quanto può essere normale la vita di un giocatore di football. Cosi fanno negli States dove questo sport lo hanno inventato ed io onestamente non ritengo di potergli insegnare niente. Marzo – giugno il campionato senior, ottobre novembre il campionato under, cadenza delle partite settimanali e che vinca il migliore. Che il football torni ad essere un divertimento, uno sport: lo sport più bello del mondo.