Due parole sui quotidiani e l’informazione
Quando ero bambino mio padre mi invitava a leggere i quotidiani per imparare a scrivere. Erano gli anni in cui andando all’edicola e chiedendo un giornale ricevevi in cambio un giornale, la spesa la facevi ancora nei negozi e non in edicola. Oltre alla differenza di merce ricevuta all’acquisto, rivista, promozionali, cataloghi delle più improbabili promozioni, ecc., la differenza sostanziale tra allora e oggi, stava e sta nelle firme. Ogni giorno c’era un pezzo della letteratura italiana, Montanelli, Nutrizio, Pansa, Guareschi e tanti altri si misuravano in punta di pennino e li capivi cosa voleva dire: ne uccide più la penna, che la spada. Inoltre il giornale aveva oltre lo scopo di criticarle, le notizie, di darle. Oggi la carta stampata dopo due pagine di commenti scritti velocemente, senza passione, con il solo scopo di dire al lettore, in base all’orientamento del giornale, le cose che il lettore vuole sentirsi dire , si scatena in un gossip tragico ed in una rincorsa a notizie stupide, scopiazzate ed ampliate dalla televisione o dall’ansa. Non una inchiesta interessante, non una ricerca approfondita, non una ricerca da Poulizer, ma nemmeno da pulce. In questo contesto si inserisce l’informazione sportiva. Volete far parlare di uno sport diverso dal calcio, spogliatevi. Se le pallavoliste accorciano i calzoncini è una notizia, se giocano, secondo loro non è interessante, e se lo fosse chi se ne frega. Uguale per il basket, il pugilato, ecc. La differenza era che una volta i quotidiani erano in mano ad editori veri, erano in attivo pur pagando il giusto i giornalisti. Poi sono arrivati pseudo editori con lo scopo di indirizzare le notizie, e tutti si sono uniformati. Ed ecco la cronaca ad ondate: il periodo che tutti i cani mordevano tutti, il periodo che tutti gli uomini erano pedofili, il periodo che tutti gli stranieri sono delinquenti, il periodo degli sbarchi quotidiani, ecc. Ora è possibile che se un cane morde un signore, e ci si accorge che giustamente la gente legge la notizia per informarsi, i direttori ritengono che la gente voglia solo questa genere di notizia, e per cui sguinzagliano i galoppini ha cercare tutti gli episodi che sono sempre successi, di cani che morsicano. Poi scendono le vendite e cosa fanno gli editori anziché migliorare le notizie ed il modo di porle, fanno si che tu compri il giornale per comprare il CD a basso costo, o l’enciclopedia. Sembra che editori e direttori siano tutti cerebrolesi. Migliorate la forma e la qualità delle notizie, non regalate il profumo, e la gente tornerà a comprare il giornale. Smettiamola di pagare con soldi pubblici i quotidiani chiediamo migliore qualità agli editori. In questo contesto si inserisce il football americano. Tra praticanti, ex giocatori, familiari, credo che il Football americano possa interessare circa quaranta cinquantamila persone, la maggior parte gente che sa leggere e scrivere, avranno il diritto di sapere le notizie da un quotidiano? Cosi come i praticanti e appassionati del rugby che finito il Sei Nazioni non vanno in letargo, ma giocano ogni settimana. Noi dovremmo pagare i giornali per dare notizie che ne aumenteranno le vendite? Via stupidi si ma non tutti e non sempre. Una notizia in più aumenta la capacità di vendita di un quotidiano, la federazione si premunirà di farle avere le notizie, ma gli editori le devono pubblicare, altrimenti non gli si comprerà più il giornale. Di dove va in vacanza Maldini, cosa fa Fabrizio Corona, chi è la fidanzata di Inzaghi a chi compra i quotidiani non gli e ne frega niente. Se uno è interessato a questo genere di notizie compra i giornali di Gossip, che servono a questo. Non sarà un caso che Angelo Macchiavello uno dei pochi inviati di Canale 5, che le notizie va a prenderlo sul posto, è stato direttore di Touch Down.
La passione che mette nei suoi redazionali uscirà da qualche parte. Possibile che oggi non ci siano più un editore ed un direttore con quelle capacità e quella passione?