A cosa sono serviti i giocatori americani pagati 1° parte

Torniamo al futuro di questo sport e cerchiamo di analizzare uno dei motivi che apparentemente hanno causato la divisione originaria delle squadre. La scusa fu l’impiego degli americani, qualcuno sostenne che la presenza di giocatori americani pagati per la stagione avrebbe attratto migliaia di tifosi aumentando lo spettacolo e che questi americani sarebbero stati il motivo grazie al quale i media sarebbero accorsi a scrivere e parlare di football, inoltre il campionato avrebbe dovuto perdere la sua prerogativa di gironi geografici per iniziare una nuova era di tutti contro tutti da Bolzano a Palermo. Bene queste ipotesi si sono rilevata errate e nascondevano ben altro, anche se la maggior parte dei presidenti di società non lo aveva capito. Gli americani avevano due scopi: il primo coprire la mancanza di una scuola di football che facesse crescere giocatori italiani di buon livello, la seconda poter aumentare costi per le società cosi da poter nascondere più facilmente fatturazioni fasulle. Abbiamo già ampiamente detto che la resa pubblicitaria del football non è pari all’investimento nelle società che sono impegnate nelle massima serie, per cui una domanda spontanea: quale scopo può avere una o più aziende ad investire in una campagna pubblicitaria deficitaria. Leggendo la legge Melandri la risposta è abbastanza semplice. La legge consente infatti di poter elargire ad un giocatore o ad un qualsiasi addetto alla società sportiva fino a 7500 euro senza che questi ci paghi le tasse e senza che debbano essere presentati giustificativi, come rimborso spese. Per cui chi investe nel football parecchi quattrini non è motivato dal ricavare un ritorno pubblicitario adeguato all’investimento, ma semplicemente farsi restituire denaro in nero da una dazione fatturata. Questo sposta tutto l’impegno di alcuni dirigenti che non si attivano affinchè il nostro sport aumenti la base dei praticanti, aumenti la sua visibilità cosi da attrarre capitali di aziende che vogliono avere un ritorno pubblicitario adeguato, no, il loro scopo è solo quello di aumentare le spese perché essendo prassi abbastanza consolidata che si possa fatturare 3 a 1 vale a dire l’azienda o chi per essa mi da 250.000 euro (cifra massima consentita per non avere obbligo di bilancio) e io glie ne rendo 160.000 euro in nero facendoli passare per rimborsi spese che ho dato a vario titolo a persone tesserate per la società sportiva. Ora se è cosa comune che molte società sportive in tutti gli sport per attrarre piccoli sponsor fatturino 3 a 1 su cifre nell’ordine dei trentamila euro, facendo una evasione fiscale , seppure a fin di bene, è palese che non è più evasione fiscale, quando le cifre arrivano a quelle prima citate, ma diventa vero e proprio riciclaggio. Non voglio che un domani il football venga considerato tutto un covo di evasori penalmente perseguibili. Ci sono molte società che fanno grandi sacrifici, che si autotassano, che chiedono ai genitori dei ragazzi di partecipare alle spese e credo che queste dovrebbero ribellarsi alle logiche sopra esposte e pretendere dalla federazione una organizzazione seria che serva prima di tutto all’abbassamento dei costi, ad un impegno costante per l’ampliamento della base, primo obbiettivo per aumentare il pubblico e quindi il bacino di utenza del nostro sport. Contenere i costi è possibile, e qualcuno lo ha dimostrato, i costi potranno crescere con il crescere dell’interesse verso il nostro sport che deve comunque comunicare messaggi diversi da quello semi professionistico attuale. A football americano non si gioca per pochi soldi, o si gioca per amore di squadra, per amicizia con i compagni o per molti soldi che giustifichino il rischio di farsi male ad ogni allenamento.
Non potendo fare contratti professionali adeguati , l’alternativa è lo sport vero quello che ti fa giocare per la bandiera, la maglia, per il piacere di farlo, quello che da sempre è uno dei valori fondanti, insieme alla lealtà e il rispetto per l’avversario. Questo sport ha una sola regola: tutto ciò che è antisportivo è fallo. Questo è lo sport che ci piace, non c’è il fallo di esperienza, il fallo tattico, il fallo furbo, c’è chi gioca onestamente e chi commette fallo e questo lo è a prescindere se chi lo subisce protesta o no, il fallo è fallo. Questo ci insegna lo sport che ci piace. Così come il doping è doping che sia amministrativo o farmacologico è qualcosa che sporca una prestazione e noi ci ribelliamo a tutto ciò che è antisportivo. I giovani d’oggi hanno valori che vogliono esprimere, e noi ci batteremo perché li possano esprimere. Si festeggia una vittoria con un abbraccio non con una sbronza, si sta insieme per il piacere di condividere delle emozioni che nessuna droga potrà mai darci e si condividono sia le vittorie sia le sconfitte, imparando ad rispettare chi vince quando perdiamo ma anche a rispettare chi perde quando vinciamo.
Questi sono i valori che vogliamo portare avanti attraverso il football americano. Siamo convinti che se riusciremo ad attuare questo programma riusciremo a trovare sponsor dapprima solo per il fatto che già l’aiutarci sia una grande pubblicità positiva per l’azienda che ci sosterrà, chiedendo supporti adeguati alla spese però , che potranno crescere mano a mano che cresceremo come squadra e come federazione, e per cui come ritorni pubblicitari. Questo dobbiamo pretendere dai nostri dirigenti per il bene comune, questo è quello che una federazione deve dare. Spiegheremo nella prossima puntata,perché secondo noi gli americani coprono vuoti e non servono a riempirli in futuro.