L’ultimo articolo parlava di etica e questa è stata una delle parole più ricorrenti pronunciata ieri da grandi personaggi dello sport. Arrigo Sacchi, Sandro Gamba, Stefano Domenicali,Dino Meneghin, Stefano Bettini, Pierluigi Marzorati e molti altri nomi noti dello sport hanno portato il loro contributo ad una tavola rotonda tenutasi ieri a Milano, in occasione della presentazione del libro “Team Leadership” di Paolo Guenzi e Dino Ruta, docenti della SDA Bocconi. Esposizioni ricche di aneddoti che hanno contribuito a svelare particolari interessanti sul mondo dello sport e le sue similitudini con il mondo della impresa, tesi che i due autori cercavano di dimostrare attraverso il loro libro. Condividiamo in parte il loro punto di vista, propri per le tesi che loro spesso espongono. L’Italia è forse il paese più ricco di piccole e piccolissime imprese, cosi, ci piacerebbe che un giorno qualcuno si interessasse non alle multinazionali o ai coach di livello mondiale, ma alle piccole imprese e ai tanti allenatori che capillarmente sviluppano lo spirito sportivo ed i valori dello sport nel nostro paese. La nostra tesi è che sia i manager che i coach di squadre importanti hanno un solo obbiettivo: la vittoria e il fatturato. Le piccole imprese cosi come le piccole società, hanno ben altri obbiettivi: la crescita dell’individuo e la soddisfazione nel fare quello che si fa. Bene, cosi come non esisterebbe il made in Italy se no ci fossero migliaia di artigiani che hanno raggiunto l’eccellenza nel mondo, per poi magari diventare multinazionali, pensiamo solo proprio a Ferrari, non ci sarebbero le eccellenze sportive italiane se non ci fossero tanti piccoli grandi coach che riescono a trasmettere ai ragazzi, la passione, la disciplina, il rispetto per se stessi e per i compagni di squadra.
Ringrazio sentitamente gli autori del libro e gli organizzatori per avermi invitato, apprezzo il loro lavoro, ma mi auguro che in futuro la SDA della Bocconi studi ed insegni come si riesca ad essere felici e sereni quando ognuno viene spinto dal leader a dare il massimo e a migliorarsi, a prescindere, se facendo questo, si vinca il campionato o si aumenti il fatturato. Parlavo ieri con un pasticcere, artigiano fantastico, il quale ogni volta mi fa i cannoncini al momento. La mia espressione nel gustarli, lo gratifica per il lavoro che fa e per la scelta di usare ingredienti genuini. Se il suo scopo fosse esclusivamente aumentare il fatturato, anche lui comincerebbe ad usare polverine, a automatizzare la produzione e probabilmente guadagnerebbe di più, ma rinuncerebbe alla mia espressione di gioia nel gustare il suo prodotto. Cosi nello sport. Se mettiamo solo la vittoria come obbiettivo, presto saremo disposti a fare qualsiasi cosa per raggiungerla e come abbiamo visto, non solo lecita, ma doping, corruzione o semplicemente stress sono ormai quasi dati per scontati, come male necessario. Torniamo a considerare il vero leader quello che riesce a spingere...
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