Due belle storie. Ecco la prima.
Ieri come tutti sapete a Milano c’era il blocco della circolazione delle auto, inoltre non era una di quelle giornate nelle quali se devi stare a casa ti dispiace, ma i Rams avevano preso un impegno con dei ragazzi in un oratorio: sarebbero andati ad insegnargli e farli giocare a Touch football.
L’iniziativa aveva due scopi, il primo quello come sempre di diffondere il nostro amato gioco, il secondo, quello di iniziare a preparare un under quindici, per finalizzare il lavoro che gli Skorpions, stanno facendo a Varese e riuscire ad essere presenti al primo Bowl di tale specialità che, loro, si sonopresi l’impegno di organizzare. Oggi avrei potuto scrivere che causa il blocco delle auto, ci scusavamo coi ragazzi e che restavamo a disposizione per una prossima domenica. Avrei potuto. Sono qui a raccontarvi, invece , una storia diversa. Ieri nonostante il blocco e la pioggia leggera della mattina, quattro nostri giocatori hanno mantenuto fede all’impegno e ieri pomeriggio quindici ragazzi hanno potuto cominciare ha prendere confidenza con la palla lunga un piede, o meglio nel caso di ieri, un po’ più corta, vista l’età dei ragazzi. Dovevano giocare un’ ora e poi lasciare il campo al calcio, cosi hanno fatto, ma vista la voglia dei ragazzi, anziché salutare e dare appuntamento ad un’altra occasione, si sono trasferiti su un pezzo di terra ed hanno continuato a giocare. Più tardi si sono salutati con l’impegno di rivedersi presto. Sono sicuro che stasera quindici ragazzi, cominceranno a guardare il calcio con un occhio diverso e sono sicuro che la prossima partita che i Rams giocheranno in casa, quindici ragazzi insisteranno con i loro genitori perché li portino a vedere la nostra partita, non solo per vedere i Rams, ma anche e soprattutto per vedere Bush, Canna, Jacopo e Tia mettersi al servizio della squadra, sul campo, cosi come ieri si sono messi al servizio di quindici ragazzi sul campo di un oratorio. Non so se quei ragazzi diventeranno dei campioni di football, non sono neanche certo che cominceranno a giocare a football, sono certo però che da oggi sanno che possono avere una alternativa in più ad una vita violenta o annoiata, sanno che se vogliono dimostrare di essere qualcuno non devono necessariamente prendere una pistola e cercare di fare una rapina, o entrare in una banda. Da oggi sanno che possono dimostrare, a se stessi ed agli altri, di crescere e di essere qualcuno, indossando un casco e un paraspalle ed entrando in una squadra, imparando in fretta quanto sia appagante il piacere di condividere le emozioni vere, il sacrificarsi per uno scopo, per una squadra, per un compagno di essa.
Avrei voglia scrivere ancora qualcosa, ma sarebbe stupito sporcare con sterili polemiche una bella storia come questa. Grazie ragazzi, e benvenuti alla nuova under 15 dei Rams.
Domani la seconda storia annunciata.