Paralleli non vuol dire contrapposti

Sappiamo di essere una voce fuori dal coro, ma siamo anche convinti che la domanda alla quale dobbiamo rispondere non deve essere se è conveniente fare una battaglia, ma se è giusto farla.
Ora mentre molti pensano a contrapporre FIF a Fidaf si cerca di portare l’esistente da una parte o dall’altra perdendo di vista l’obbiettivo: permettere a più gente possibile di poter giocare a football, uno sport per pochi privilegiati. Ora non ci interessa cosa facciano le squadre dopo che abbiamo contribuito a fondarle, Hammers, Commandos, Steelers sono solo gli ultimi tre esempi di formazioni che la piccola FIF è riuscita a far nascere. Credo che tante altre realtà possono proliferare. Lasciamo ad altri la politica del mercato, del vieni di qua che non ti faccio pagare per quest’anno, delle regole ferree, ma solo con qualcuno, noi come ha detto un importante presidente siamo e dobbiamo essere un’altra cosa. Ogni squadra che chiude o si ridimensiona, non ci interessa a quale federazione appartenga, è per noi una sconfitta. Dobbiamo adoperarci per riuscire a permettere a più squadre possibili di esistere. Dobbiamo fare in modo che possa esistere un futuro per molti ragazzi che alla loro maglia e a questo sport si sono appassionati ed affezionati. Dobbiamo ricordarci che il football si gioca a 11 e che se una società opera bene, può cominciare con il football a 9, ma deve arrivare a quello ad 11. Non devono esistere società che sopravvivono a 9 a vita , perché il football a 9 non può essere accettato se non come un momento di crescita, ma non certo di arrivo. Per questo invitiamo tutte le nostre società a non limitarsi a programmare il prossimo campionato accontentandosi di fare questo e poi si vedrà, ma di programmare almeno i prossimi tre anni, solo cosi si possono mettere degli obbiettivi e dei traguardi da raggiungere con tappe intermedie. Solo con dirigenti capaci e costi garantiti possiamo guardare con fiducia al futuro delle nostre società. Un altro dei punti importanti che dovremo mettere nel nostro programma dovrà essere la formazione di dirigenti intensificando i corsi e dando un aiuto con i nostri revisori per programmare dei bilanci societari sostenibili, non solo per una stagione. Prima di fare i giubbotti, o i portachiavi, assicuriamoci di avere i soldi per il la prossima stagione. Una grande proposta, frutto di esperienza e passione, oltre che da profonda conoscenza, che èpotrenbbe contribuire atenere sotto controllo i costi, ci viene dalla nostra commissione tecnica, nella persona di Sergio Angona. Sergio suggerisce una volta che avremo dei gironi, di bloccare cinque squadre, evidentemente vicine, in un girone, cosi da garantirsi otto partite, che serviranno per stilare la classifica, poi lasciare due partite, che verranno inserite all’inizio del campionato, da giocare volontariamente contro chiunque si voglia, facendo cosi in modo di garantire a chi ne avesse la possibilità di giocare con squadre magari mai incontrate o addirittura con squadre straniere, ma garantire anche a chi non avesse quell’anno la disponibilità di essere costretto trasferte improponibili o a partite giocate con roster ridicoli. Per carità non è l’invenzione del secolo ma ci sembra un’idea intelligente che sposiamo e che magari cercheremo di applicare già dal prossimo giovanile. Insomma concentriamoci sulle tante cosa che abbiamo da fare per diffondere ulteriormente il football, abbiamo tanti amici oltre oceano pronti a darci una mano, la fondazione di Mike Lodish a nostro favore, alla quale mi dice molti ex pro paiono essere interessati, la considerazione di Red Cashion per la nostra classe arbitrale, i tanti redazionali che abbiamo ottenuto su diverse testate anche quest’anno ci dicono che stiamo lavorando bene. Il programma per i prossimi tre anni deve essere ambizioso ma sostenibile da un punto di vista economico. Stavo per fino pensando proprio per non doverci contrapporre e per meglio differenziarci se non fosse il caso di levare il termine Federazione dal nostro logo e tornare magari alla vecchio acronimo AIFA, che tanta fortuna mi portò e portò al football italiano, potremmo pensarci , è un suggerimento che do a tutte le nostre. società