La nostra morale
Mi hanno fatto leggere alcune critiche mosse ai miei scritti in cui io riterrei il nostro operato moralmente superiore. Io non credo che ci sia una morale superiore o inferiore, io credo che ognuno abbia la propria morale ed a questa debba rispondere. Io quando parlo di altri ed enuncio della differenze, non sostengo di essere migliore o peggiore, enuncio delle differenze. Ora si può discutere se quanto da me riportato corrisponda al vero o no, ma se quanto da me riportato sono i fatti e nessuno li smentisce non è il mio giudizio ma quello di chi legge che ritiene alcuni comportamenti migliori di altri.. Mi spiego. Se io vengo minacciato a Dallas e riporto questo fatto il problema dovrebbe essere se quanto da me riportato è vero o no. Se addirittura un consigliere federale di una federazione del Coni si assume la paternità di essere il mandante e nessuno prende ufficialmente le distanze e nessuno chiede ufficialmente scusa, vuol dire che quel gesto è condiviso e questa è la morale di quella federazione. Ciò non vuol dire che sia migliore o peggiore semplicemente è diversa da quella in cui tali gesti vengono sanzionati e disapprovati. Se uno usa come normale interloquire, l’insulto pesante e non solo non chiede scusa ma giustifica il suo comportamento nascondendosi dietro un comportamento sanguigno senza venire sanzionato, vorrei sapere con quale principio si sanzionerebbero comportamenti sanguigni di altri? Per cui la morale che se ne evince è che in presenza di uno con carattere sanguigno quello può fare ciò che vuole. La morale non è mai migliore o peggiore, chi stabilisce se è migliore o peggiore sono gli altri, che davanti a due comportamenti ne scelgono uno e ne deplorano un altro. Io enuncio dei fatti accaduti, li riporto a conoscenza di tutti e aspetto di vedere se tali comportamenti sono condivisi. Non posso essere criticato perché riporto delle verità. Non esiste dire che io ritengo i miei criteri morali migliori, è ovvio che se li ho sposati li ritengo migliori, ma il problema sorge in chi li definisce tali, in quanto con questo giudizio, senza negare i fatti riportati, esprime semplicemente il suo rammarico per dover prendere atto che pur non condividendo azioni che non condivide non ha la forza di opporsi. Io continuerò a fare il possibile per non dover scendere a compromessi morali e ci sto lavorando proprio in questi giorni, dove le tentazioni di accettare sponsorizzazioni con fatture gonfiate è stata grande, la mia scelta morale è stata quella che per pretendere onestà bisogna essere coerenti. Non credo che sia migliore di quella di altri che accettano di evadere il fisco, ne credo che una legge sbagliata per il finanziamento dello sport sia una giustificazione sufficiente per piegare la mia morale a esigenza reali di bilancio. Credo che stabilito cosa la mia morale ritenga lecito o illecito fare sia mia dovere adeguarmi e all’interno di questi paletti trovare le soluzioni. Del resto noi italiani siamo famosi nel mondo per la nostra creatività e fantasia, basta dunque impegnarsi per trovare soluzioni moralmente accettabili. In questa direzione ci stiamo muovendo. Continuare a tenere i costi bassi è una priorità. Il calendario che ieri sera Angona ci ha spiegato meglio va in questa direzione. Il suo esempio era su due gironi da sei, ma può essere ampliato su quattro da sei o adeguato a seconda di quanti saremo in futuro. Cinque partite all’interno del girone, con trasferte ad anni alterni, tre partite interdivisionali alternando le squadre, più due giornate libere in cui, se si vuole giocare, ci si sceglie l’avversaria che può essere qualsiasi squadra anche straniera. Con questo criterio si fa in modo che chi vuole e ne ha la passibilità può giocare contro chi vuole, ma chi non ne ha la possibilità può limitarsi alle otto partite obbligatorie, che essendo vicine o limitrofe saranno a costi contenuti. Ovvio che questo criterio può cominciare con quattro squadre nei gironi per i primi anni e facendo andata e ritorno ma questo dovrebbe essere il punto di arrivo. Credo che sia un buon sistema per contenere i costi, accontentando un po’ tutti. Chi infatti ha la possibilità ed i mezzi può anche andare a giocare il suo byte a Parigi, ma chi non ha tanti soldi può ugualmente competere per vincere, in quante quelle partite non fanno classifica, ma verranno prese in considerazione solo se ci fossero precedenti ex equo.. Questa è la creatività e la fantasia che ci aspettiamo dalla nostra piccola federazione per non obbligare la nostra morale a compromessi che non so se la renderebbero migliore o peggiore, ma sicuramente non sarebbe più la nostra.