Un' importante tappa di avvicinamento
Oggi alle 18 dal notaio si compirà un altro importante passo verso la costruzione della nostra casa. Potendo snellire e rendere più pratico il nostro statuto, di fatto potremo meglio soddisfare le esigenze delle società. Ovviamente questo è il primo passo, sarebbe stato inutile eleggere un nuovo consiglio federale con regole che sarebbero poi state superate dalle modifiche. Cambio dello statuto dunque come primo passo, candidature ed elezioni come secondo. Contrariamente a quanto auspicato, desiderato e voluto da chi non ci vede di buon occhio, la FIF non chiude, si adegua agli eventi e si prepara a continuare a lungo la sua attività. Malgrado le molte iniziative sulla carta interessanti, l’unico argomento di discussione nel mondo del football in generale pare essere quante squadre lasceranno la FIF incuranti invece dell’unica cosa veramente importante: quante squadre di football esistenti non riescono a crescere e/o sono in grave difficoltà economica. Ecco questo contrariamente al pensiero di altri è il nostro unico cruccio. Chi non pagava in FIF ed ha cercato di sopravvivere in altri lidi, non ha fatto che replicare la sua posizione: ha lasciato debiti in FIF li ha fatti in Fidaf. Quando suggerimmo di far rispettare le regole prima delle migrazioni da un federazione all’altra fummo derisi, oggi riproponiamo il problema: le squalifiche devono valere in tutte le federazioni o associazioni, i debiti vanno pagati prima di essere affiliati. Non è accettabile che un giocatore che colpisce un arbitro o un altro giocatore o un dirigente posso cambiare federazione e non scontare la squalifica, è un comportamento vergognoso ed inaccettabile in qualsiasi sport. Noi chiediamo che le squalifiche oltre le due giornate siano rese pubbliche e che siano riconosciute da tutti. Chiediamo che le morosità siano riconosciute da tutti, questo per tutelare i giocatori che sappiano che i loro dirigenti stanno mal gestendo la loro squadra e stanno correndo il rischio di chiudere. I nostri avversari non sono i ragazzi che giocano come noi, i nostri avversari sono gli scorretti, i disonesti, chi si approfitta dei ragazzi carpendone la loro buona fede. Ci piacerebbe molto che in Italia anziché cercare di rubare i nostri giocatori, allenatori, arbitri ci si adoperasse per avere una federazione con cento squadre lasciando a chi ha obbiettivi diversi di proliferare senza tentare di danneggiarlo. Perché non potrebbe essere possibile avere una Fidaf con trecento squadre ed un FIF con cinquanta o cento? Questo vorrebbe dire che anziché utilizzare energie per avversare FIF, la FIDAF si sarebbe impegnata per la diffusione del football e non per la propria egemonia. Per questo servirebbero dirigenti illuminati che capissero che non si cresce rubando l’esistente, ma impegnandosi e molto per costruire il nuovo. Non starò a sottolineare i molti errori fatti fino ad ora, ne ho già abbastanza dei nostri, ma la domanda è: secondo voi tutte le energie e le risorse sono state profuse per diffondere ulteriormente il football o per combattere chi cercava di farlo in maniera diversa? Era giusto per aumentare la diffusione del nostro sport giocare a Parma una finale dove ci sono già squadre e praticanti o era meglio andare dove il football non era conosciuto, per esempio? Chiaro che le scelte dipendono dagli obbiettivi, e qui sembra che l’unico obbiettivo sia far vedere a chi gioca quanto si è bravi, per tentare di eliminare la concorrenza e una volta diventati monopolisti poter applicare le tariffe che si vuole, cosa del resto regolarmente accadute ciclicamente. Bene fino a quando i Rams mi sceglieranno come loro dirigente, la FIF esisterà, rimanessimo anche da soli organizzeremo tornai oltre oceano, dove siamo apprezzati e possiamo vantare molti amici. Appurato questo cerchiamo da domani di adoperarci tutti per diffondere il nostro sport tenendo ben presente le difficoltà che le società hanno. Questo per lo meno sarà la proposta che suggeriremo di fare ai prossimi candidati alla dirigenza di FIF. Programma triennale, diffusione del football e sport inteso come formazione e non come mezzo di sostentamento di alcuni.