Cosa è la vittoria.
Da bambini capitava spesso di giocare a pallone , si facevano le squadre e si cominciava. Difficilmente si prestava attenzione a chi vinceva o perdeva, l’importante era divertirsi. Poi quando cominciavamo ad essere in tanti a voler giocare si stabilivano i turni e normalmente ci si accordava che la squadra che vinceva restava in campo e la perdente lasciava il posto alla successiva. Da quel momento si cominciava a capire l’importanza della vittoria. Chi più vinceva più giocava, più giocava più poteva imparare e si divertiva. Normalmente le squadre venivano composte di volta in volta scegliendo un giocatore a turno per ogni squadra, quello che oggi è il sistema dei Draft nello sport americano. Quello che spesso succedeva era che il primo ad essere scelto era il portiere, ruolo che raramente voleva essere ricoperto da qualcuno in quanto dava poca possibilità di sfogarsi correndo, subito dopo veniva scelto, non quello che faceva molti goal, che normalmente era quello che non passava mai la palla e che si attribuiva il merito della eventuale vittoria , ma il giocatore di ordine, quello che passava la palla spesso e quasi sempre al giocatore più libero, quello che s
i vedeva poco ma che era sempre pronto a darti una mano. Io venivo quasi sempre scelto per ultimo vista la mia scarsa attitudine anche in quello sport, malgrado il mio impegno fosse sempre oltre il 100%. Il carattere dimostrato giocando condizionava le amicizie dopo lo sport. Successivamente mano a mano che cresceva la conoscenza e nascevano amicizie vi era il piacere di scegliere i componenti della squadra, non più solo in base al talento o alle qualità tecniche, ma soprattutto in base all’amicizia. Erano nate le squadre con la S maiuscola. La vittoria veniva inseguita con spirito diverso, ma la cosa fondamentale n
on era più il vincere o perdere, ma era il farlo insieme. Mi ricordo di squadre fortissime, ma i cui componenti litigavano spesso, salvo unirsi quando si trovavano in campo. La mia squadra era abbastanza forte, malgrado il mio scarso talento, ma l’incitamento e la solidarietà sia in campo che fuori, non mancavano mai. A distanza di anni mi sono chiesto spesso cosa è la vittoria? Quando uno la raggiunge? Cosa è disposto a fare per raggiungerla ? Credo che le discussioni in seno ad uno squadra e la nascita di alcune squadre nascono dalle diverse risposte che le persone danno a queste domande. Le nostre credo che siano sintetizzate dalla risposta: “ la vittoria è quando raggiungiamo l’obbiettivo che ci eravamo prefissati tenendo conto delle molteplici variabili che uno sport di squadra ha e da chi è formata la squadra.” La sola vittoria agonistica è una vittoria di Pirro, basterebbe investire un po’ di quattrini, comprare giocatori forti magari qualche americano e avremmo una squadra che diventa imbattibile, per lo meno fino a quando qualcun altro non pensi di fare la stessa cosa ed allora si riproporrebbero le stesse difficoltà. No noi apparteniamo a quelli che scelgono compagni di squadra in base a caratteristiche precise, non solo fisiche, ma soprattutto mentali. Da sempre i Rams cercano gente che se prende un impegno lo rispetta, se va a scuola si impegna per venire promossa, se lavora fa di tutto per svolgere al meglio le sue mansioni, perché in quello trova soddisfazione, giocando, studiando o lavorando, onestamente, lealmente utilizzando quello che hanno a disposizione facendolo rendere al meglio. Per questo ci sono sconfitte agonistiche che ricordiamo con piacere e vittorie che non ci emozionano allo stesso modo. Mi piacerebbe comunque sapere le risposte di chi la pensasse diversamente. Scrivetecelo a big@ramsmilano.it.