Si parte.
Domani mattina alle 6 e 30 non starò scrivendo il solito articolo, domani mattina a quell’ora sarò a fare il check in per andare alla convention dell’AFCA, quella che per gli appassionati di football è Dysneyland. La mia prima tessera AFCA risale al 1987 e credo che non siano molti oggi i coach che possano vantare tale anzianità, la competenza è ovviamente un altro discorso. Il volo come sempre è il più economico con una serie di scali, ma la cosa è irrilevante. Quest’anno come già l’anno scorso ci sarà Randy Danner ad aspettarmi all’aeroporto e questo aumenta il piacere di andare in USA. Gli anni sono passati da quando giovane venne al camp di Caspoggio, da me diretto sotto la supervisione di Sem Rutigliano, e da allora ne ha fatta di strada. Una prima parte con i Seagullis di Lugano, con i quali vincemmo insieme il Veronica Bowl all’olimpico di Amsterdam, dopo che lui aveva vinto tanti titoli nazionali, prosegui nei Rams a Milano con Rich Cannon e Joe Costanzo,
poi una seconda parte proprio in USA ove si è tolto lo sfizio di giocare anche con gli Eagles, oltre a molti campionati semipro. Ora lavora a Los Angeles insieme alle stars di Hollywood e non solo, e verrà apposta a Nashville per trascorrere dei giorni insieme. Queste sono le magie del football. Ogni anno che sono andato ho avuto la fortuna di incontrare persone incredibili e di vivere momenti indimenticabili. Ricordo l’incontro con Red Cashion, super visore degli arbitri NFL, un gigante che ha cambiato completamente la mia visione del ruolo dell’arbitro, cominciando ad invidiare chi era riuscito ad entrare in quella squadra, probabilmente la più gratificante. L’anno scorso la chiacchierata con il maggiore dei marines Smolyn, ufficiale motivatore , degli ufficiali superiori del corpo, un uomo che riusciva a trasmetterti sensazioni uniche solo con la stretta di mano. Poi Doug Kline, middle linebacker di UCLA ai tempi di Lodish e Randy, per arrivare a quelli degli anni passati quando incontra
i Tom Landry ed altri personaggi del suo calibro. Si da domenica oltre dodici mila allenatori appartenenti sia ai college, ma anche alle high school e qualcuno con passato o presente in squadre professioniste, si troveranno a discutere di tecnica, strategia, ma anche di filosofia dello sport essendo ormai consolidato anche in questo mondo particolare, che lo sport può e deve essere un momento formativo per il carattere di tanti giovani, prima di poter diventare per pochi di essi, un lavoro. Negli States prima che da noi, hanno sollevato il problema della tragica fine che molti delle ex stars della NFL o anche di semplici giocatori, fanno dopo aver appeso le scarpe al chiodo. Resisi conto del problema stanno correndo ai ripari, hanno già messo a disposizione ventiquattrore al giorno una equipe di psicologi per aiutare e sostenere mentalmente i molti che vanno in difficoltà, ma credo che quest’anno si comincerà a parlare su come prevenire questo fenomeno. In Italia molti dei professionisti del calcio vivono lo stesso problema, ma come sempre da noi si preferisce nascondere i problemi, anziché cercare di risolverli, salvo poi crocefiggere in prima pagina il caso eclatante. Vedremo cosa proporranno e come si svilupperà l’analisi e le soluzioni. Io cercherò di seguire questi confronti, anche se seguirò con maggiore attenzione i convegni dedicati alle High school e ai college piccoli. Farò il possibile per tenervi informati come al solito.