Primo giorno
Dopo la colazione ci rechiamo io e Randy D. a visitare il centro congressi, piu’ o meno grande come piazza Duono e zone limitrofe, con la sola differenza che e’ tutto coperto ricco di una folta vegetazione e percorso da un naviglio, sul quale nel pomeriggio giuro che ho visto persone pagare per fare il giro su un barcone.Visitiamo tutte le sale meeting, la parte degli espositori, enormi, che sono ancora in allestimento infine incontriamo Johnny Tusa che gentilmente ci porta nella sua camera dalle quale c’e’ una vista splendida e con il quale rimaniamo in udienza pe runa buona ora. Prima di tornare in hote, poco distante, ci attardiamo in un negozio di cowboy vero con stivali, cappelli jeans e ogni altra cposa utile alla monta. Purtroppo tra tutte le cose utili mancano proprio i calzoni particolari che mi ha chiesto il Presidente Bravetti, per cui commisisone rimandata. A fianco visitiamo ancora un negozio di musica pop country che farebbe la felicita’ di Alessio per i sobrii vestiti di spettacolo. Tornati alla base incontriamo James e Fabrizio ed insieme torniamo al centro congressi, dove gia’ mi oriento con facilita’. Riincontro con johnny Tusa e messa a punto del discorso che Fabrizio fara’ alla sessione internazionale dei coach a nome del football italiano. Spero che usi la stessa sensibilita’ avuta l’anno scorso quando concordammo di non esaltare il lavoro di nessuno, ma di parlare del football italiano in generale. Poi durante un frugale pasto a base di un hamburger che credo solo un brontosauro avrebbe potuto morsicare senza disperdere tre quarti del contenuto, si discute di filosofia di football e se i nostri sforzi debbano essere rivolti piu’ a far crescere le squadre nel loro insieme e se si debba privileggiare i pochi talenti nostrani per una ipotetica l;oro avventura negli States. Johnny si rende conto delle diverse posizioni e di come sia arduo il poter trovare una sintesi accettaile per ognuno. Programazione la nostra parola d’ordine, progetti credibili e realizzabili a medio e lungo termine, cosa pe raltro che proprio dagli States abbiamo imparato. Dopo un nuovo incomtro con alcuni dirigenti, facciamo un salto in un centro commerciale, che sarebbe piu’ appropiato chiamare una provincia comemrciale, vista l-ampiezza dello stesso. Qui finalmente trovo i pantaloni per il Presidente mentre James e Fabrizio si attardano. Alle cinque e venti mi lasciano al centro congressi dove avrebbe dovuto esserci una chiesa ed una S.S. Messa, mentre loro vanno in albergo. Dopo aver corso nella vana ricerca di questa chiesa, ringraziando le nostre chiese dobe un bel campanile facilita la loro vista, mi spiegano che si c’e’ una chiesa li davanti, ma purtroppo tra noi e la chiesa c’e’ di emzzo una autostrada. Provo a passare su un ponte correndo come un matto, riesco ad attraversare scendo ma mi accorgi che a fianco dell’autostrada c’e’ una rete che la costeggia di circa due metri. non sara’ certo una rete a fermarmi, penso. Poi mi ricordo che negli USA la proprieta’ [privata e’ un po’ piu’ sacra che in Italia e che se per caso al dila della rete ci fosse la proprieta’ di qualcuno e questi mi sparasse, probabilmente la notizia qui non andrebbe neanche nella cronaca. Per cui mio malgrado sesisto. Cammino ancora per circa un miglio fino in albergo, dove contrariato vi sto scrivendo queste righe. adesso piu’ calmo vado a farmi una doccia prima che ci vengano aprendere per andare in centro a mangiare e vedere la partita. come sempre vi terro’ informati stavolta dal sito, che grazie a canna poso finalmente raggiungere.