In preparazioni i camp di febbraio.
La risposta della difesa è arrivata ieri da parte di Enrico, ma mi auguro che d’ora in poi settimanalmente ci sia qualcuno che voglia comunicare cosa rappresenta per noi poter giocare a football. Giocare a football imparando non solo la tecnica di questo splendido sport, ma anche l’etica e tutti quei valori che esso riesce a trasmettere senza che neanche te ne accorga. Sabato faremo questo importante corso pe rimparare il modo corretto di intervenire su una persona in fibrillazione ventricolare o in arresto cardiaco eseguendo su manichini il massaggio cardiaco ed adoperando sugli stessi il defibrillatore, dopo aver seguito il corso teorico, poi dal 3 febbraio ogni domenica avremo un camp per perfezionare e migliorare la tecnica. Ci piacerebbe che alcune delle persone che ci hanno contattato potessero provare a frequentarli per cominciare un percorso da assistenti allenatori specifici per ruolo cosi come molto piacere ci ha fatto la telefonate di Leo Pozzato che si è messo a disposizione per collaborare alla tenuta degli stessi e spero che riusciamo ad incontrarci a breve per definire insieme un programma. E’ volontà del settore tecnico di riuscire ad unificare tutte le prime parti dei playbook, quelle che riguardano le informa
zioni sui ruoli in campo, il regolamento. le chiamate e le varie formazioni più utilizzate , lasciando poi alla strategia ed alla filosofia delle squadre la sola parte degli schemi. Sarebbe sicuramente un grande passo avanti anche in previsione di costituire una All stars della FIF a.s.d.. Durante i camp illustreremo anche le possibilità che si sono aperte sia ai nostri giocatori che ai nostri tecnici, di poter frequentare sia semestri scolastici in High school che di partecipare a camp specifici estivi. Molti sono stati gli inviti che ho ricevuto dai tanti coach che ho incontrato , sempre molto disponibili ed amichevoli, senza contare l’appoggio dei nostri tanti amici che in questo sport sono stati dei pilastri, non certo per sperare di entrare in squadre di college o aspirare un domani a diventare professionisti, ma molto più semplicemente per perfezionare l’inglese oltre che migliorare le tecniche di gioco, condividendo con coetanei e coach di oltre oceano una passione comune. I contatti che abbiamo approfondito infatti in occas
ione delle convention, sono stati con quegli allenatori che con tanta passione ed incontrando spesso le nostre stesse difficoltà nelle loro realtà, fatte di scuole o college non molto famosi a livello internazionale, che svolgono però un programma sportivo di tutto rispetto. Spesso nessuno dei loro atleti è mai diventato professionista, malgrado abbiano allenato da molti anni, ma frequentemente i loro giocatori sono diventati professionisti affermati migliorando il loro rendimento scolastico prima e professionale dopo, proprio grazie a ciò che il football gli aveva insegnato. L’incontro con loro ci ha confortato, specie quando abbiamo saputo che molto delle loro scuole sono in division composte da cinque o sei squadre, proprio perché a causa delle distanze e dei conseguenti costi di trasferta, non si possono permettere campionati con più squadre. Nonostante questo riuscivano ad attrarre studenti grazie al programma sportivo, godendo comunque del rispetto di tutti. Sarebbe bello che anche lo sport italiano, tutto, riuscisse a capire la differenza tra chi aspira a fare dello sport un fine ed un business e chi, come noi, utilizza lo sport per crescere divertendosi utilizzando lo stesso come veicolo di trasmissioni di valori fondamentali in un mondo che vive spesso di promesse e critiche e raramente di esempi.