Uno di noi che non riesce proprio a mollare.
Pubblichiamo un articolo copmparso sabato su “Il Giornale del Ticino” che parla del nostro amico Randy. Un esempio di come il football ti possa cambiare la vita. In bocca al lupo Randy e poi ricordati che potrai essere importante in side line insegnando ad altri quello che da questo splendido sport hai appreso.
Randy Danner da Lugano, 48 anni ed ancora sul campo
Era un tight-end in Ticino ai primordi della disciplina in Europa, da oltre 20 anni gioca da semiprofessionista negli Stati Uniti e sta affrontando l’ennesima stagione con i Los Angeles Outlaws. Storia di un personaggio inconfondibile e che, non proprio per caso, ad Hollywood ha trovato anche una carriera nel cinema. Ha reindossato casco e spalliere, e via. Quasi odioso, Andrea Danner che per tutti è Randy, proprio perché ci ha riprovato e ci è riuscito di nuovo. Con i Los Angeles Outlaws della California football alliance detta “Cali”, semiprofessionisti statunitensi, football americano; e da atleta, una volta ancora, a distanza di oltre 30 anni da quando si sgambettava insieme con una ventina di altri in campetti pallacestosi e, con gruppi assai più nutriti, sull’albeggiare della palla-lunga-un-piede in Ticino. Quasi odioso, di sicuro invidiabile: oggi il signor Andrea “Randy” Danner da Lugano è approdato alle 48 primavere. E, per festeggiare a suo modo, si è svegliato prima dell’alba, ha praticato due ore di palestra, è andato a zonzo il giusto, si è concesso un pasto ed infine è andato a menare – sportivamente parlandosi – un avversario di linea, forte dei 197 centimetri e dei 118 chilogrammi che egli si porta dietro, nel quotidiano allenamento dalle parti dello stadio sul Melrose avenue di “El ei”. Anni 48, football americano,
Premessa. Del football americano conoscerete forse l’epopea ticinese dei primi Seagulls Lugano (che furono anche campioni svizzeri) e la non-ancora-epopea-ma-ci-stiamo-provando degli Atfa Lakers d’oggigiorno; in un modo o nell’altro, avrete sentito parlare dei lustrini della Nfl dal momento che una volta l’anno il “SuperBowl” passa anche sulle reti Rsi, e poi in cabina di regìa ai Pittsburgh Steelers c’è uno dalle lontane origini bernesi – toh, di Lauperswil, dimensioni ed abitanti tipo Muralto – e che si chiama Ben Roethlisberger. Restandosi in landa nordamericana, considerate questi aspetti: a fianco della Nfl, ma con qualità mediamente inferiore e tra l’altro con regole in parte differenti, c’è la Canadian football league (Cfl); al di sotto stanno cinque o sei leghe “indoor” tra cui spicca la Arena football league (Afl); poi troviamo una sessantina di leghe semiprofessionistiche, laddove l’essere semiprofessionisti significa pochi soldi ma tanta necessità di fondamentali e di storia agonistica, sin dall’età puberale e sin oltre l’università, sicché può capitare che sotto la maglia ci sia un ex-Nfl vero e proprio, e che all’ex-Nfl vero e proprio la vita venga resa dura dai nuovi avversari. Un migliaio le squadre dall’Oregon alla Florida, se si taglia il Paese in diagonale; non molti quelli che credono ancora di poter rientrare nel giro della lega per eccellenza, a meno delle “serrate” per il rinnovo contrattuale o di qualche fortunosa partecipazione ai “try-out” che talvolta vengono organizzati in vista dell’inizio della stagione. Per capirci: tra i semiprò ed i professionisti veri e propri non vi è un livello intermedio tipo la Ahl rispetto alla Nhl o la Ndbl (conosciuta anche come D-league) rispetto alla Nba; e proprio per questo non mancano i talenti che si contentano di un giro di giostra al piano inferiore. Randy Danner, quanto a talento, ha già dimostrato tutto ed anche di più: approccio al football con i Lugano Seagulls, da tight-end che è poi un ruolo bastardissimo sull’esterno della linea offensiva, un po’ spingi e tocchi e blocchi sul rapido ed un po’ devi essere pronto alla ricezione dal quarterback, soprattutto su tracce “strette” ed a maggior rischio di infortunio; come tight-end anche ai Rams Milano nella massima divisione italiana, ed era un po’ strano – stante il contingentamento degli stranieri a due per squadra – il vede
re uno svizzero a sbattersi sul campo quando altri si rifugiavano convenientemente sugli americani in batteria a doppio ruolo, difesa ed attacco (vero è che, sempre in orbita meneghina, c’era un allegrissimo austriaco di nome Willi Pfannenmüller ai Riders Sesto San Giovanni, il che dimostra quanto il football fosse realtà aperta alle innovazioni). Accadde poi che Sam Rutigliano, venuto dalla Nfl (era stato capoallenatore ai Cleveland Browns) per un “camp” estivo nella terra degli avi, si accorgesse del giovanotto luganese e gli dicesse: “Guarda, tu sei uno giusto per l’America”. Pardon? “Figliolo, hai i numeri. Facciamo così: ti procuro un invito per venire da noi”. Andrea Danner, che tutti già chiamavano Randy (fa fede un vecchio numero di quel magistrale periodico che fu “Tuttofootball & hockey”, prima citazione proprio su un’amichevole dei Lugano Seagulls con annuncio dell’ormai imminente passaggio in Italia), non si concesse nemmeno un “plissé”: andò, Ohio la prima tappa come ospite al “camp” ufficiale di allenamento. E si fece notare, per disponibilità e per simpatia e per conoscenza del gioco: sembrava nato per quello. Poi tornò da queste parti per giocare, in un certo
modo con l’unico spirito giusto per questa disciplina: ci si allena tutte le volte che ciò sia possibile, ci si mette a disposizione laddove vi sia un’opportunità. Ci si muove, si macinano chilometri, si incontrano persone, ci si confronta. E se sei uno leale il rispetto viene di conseguenza, al di là del fatto che Tizio abbia militato da una parte o dall’altra.Nel gennaio 1991, una telefonata: “Te la faccio breve, ho l’opportunità di partire e sai quanto l’ho sempre desiderato. Vado in California, stammi bene”. Stammi bene tu, Randy; ma che vai a fare? “Vedremo”. Visto: sport, sì, ma tanto altro. Cinema, in piena Hollywood. Tutto per merito del football, sapete? Serve una squadra per alcune scene del film “L’ultimo boy-scout”, Bruce Willis è la “star” conclamata; nell’area di Los Angeles la scelta cade sul gruppo con cui Randy Danner naviga brillantemente tra i semiprò. Di quel gruppo egli sarà l’unico a fare effettivamente strada davanti all’obiettivo della cinepresa: varie comparsate, qualche battuta, poi un crescendo sino all’arruolamento per pellicole come “Forrest Gump” ed “Ogni maledetta domenica”. Toh: dal football si parte, con il football (quello
di “Ogni maledetta domenica” è da leggenda) si arriva.Nel mezzo, un andirivieni dalla sponda sinistra alla sponda destra dell’Atlantico. Ambizioni? Ancora parecchie: non nella Nfl “ufficiale”, ma sotto altra sua forma (ossia la Nfl Europe) Randy Danner troverà una consacrazione con i Francoforte Galaxy, vincitori del titolo nel 1994. Come attività accessorie, ad Hollywood, tutto quel che con il mondo del cinema ha a che vedere: relazioni pubbliche, presenza ad eventi, gestione della sicurezza per conto di attori dall’alto profilo. Football praticato: squadre a mazzetti, da Los Angeles sino a Phoenix, persino con una trasformazione nel ruolo: da tight-end a centro. Nel caso non lo si intuisca al volo, persino maggiori responsabilità: se per caso il centro – che è poi l’uomo in mezzo alla linea offensiva – si distrae sullo “snap” della palla, il quarterback finisce sepolto da pianeti e satelliti. Versione vista da dietro: se il tuo centro non è al 100 per cento dell’affidabilità, tu quarterback hai elevate probabilità di conoscere il risultato della partita mentre ti trovi già da tempo su una barella del Politraumatologico. Se il tuo centro è garanzia in questo senso, beh, può capitarti anche di avere il tempo per bere un caffè prima di andare al lancio o all’“hand-off”. Tanto è dovuto a Randy Danner, della cui carriera non riferiamo ogni singola tappa solo perché l’invidia è una brutta bestia ed il 99.9 per cento degli atleti transitati sui campi ticinesi (dai Lugano Seagulls ai Muralto Unicorns ai Mendrisio Smugglers ad altre realtà affiorate nei decenni) non è nemmeno arrivato ad una delle franchigie semiprò; c’è in verità un’altra vicenda ma quasi estemporanea, e di essa si racconterà in migliore circostanza. 48 anni, ed in campo; per molto ancora, stagione dopo stagione. Incidentalmente: i Los Angeles Outlaws hanno incominciato bene nelle amichevoli, sono sul sentiero di guerra e puntano al primato. Avvisati tutti, neh…