Cinque giorni al via.

 Mancano solo cinque giorni poi partirà il campionato. Le sicurezze  dei propri mezzi da parte di tutte le squadre si scontrerà con la realtà del campo. Molte le novità tra le altre squadre e due addirittura le squadre nuove. In fondo questo è lo scopo per cui è nata la Federazione e per questo noi continuiamo  a lavorare. Uno dei nostri obbiettivi è contribuire allo sviluppo del football e al miglioramento tecnico dei nostri giovani e credo che stiamo dimostrando che tutto questo si può fare se al posto che pensare solo a se stessi si pensa appunto agli scopi previsti. In quattro anni abbiamo raggiunto un roster di oltre cinquanta persone in prima squadra e oltre quindici in under 15. Il nostro livello tecnico, come si può vedere dai risultati è in continua crescita ed il sapere che molti quotati giocatori si ritroveranno nelle franchigie a noi opposte, non può che inorgoglirci e stimolarci maggiormente. I Bengals annunciano che saranno rinforzati da americani della vicina base, bene sarà un piacere giocargli contro ed imparare da loro come migliorare la nostra tecnica. i Terminators hanno parecchi giocatori reduci dalla IFL, ottimo, quale miglior occasione per capire quanto è il nostro gap nei loro confronti, del resto qualunque giocatore scenderà in campo avrà comunque due braccia e due gambe esattamente come noi. Se ci sarà superiore sapremo dove dovremo migliorare, non sarà certo una tragedia. Fin dai lontani anni ottanta scegliemmo di basarci solo sul nostro vivaio, scelta che si dimostrò la migliore per la crescita dei nostri atleti. Erano gli anni in cui si giocava contro tutti americani nel torneo delle basi Nato e se ne buscava tanti a niente. Poi si cominciò a segnare, poi quando una delle squadre italiane, i Giaguari, vinsero la prima partita, il campionato delle basi  fu l’ultimo che disputammo. Erano anche gli anni in cui si vincevano i campionati europei ed in cui la gente aveva probabilmente più voglio di crescere, allenandosi con pazienza per migliorarsi, senza cercare scorciatoie di nessun genere. Ognuno sapeva che la possibilità di vincere dipendeva dal solo impegno e dalla capacità degli allenatori di insegnare football. Poi ci furono gli anni in cui anziché lavorare, qualcuno pensò che era più facile farsi aiutare da qualche americano delle basi, poi da qualcuno fatto venire apposta dagli USA. Cominciò anche il mercato degli italiani e da noi molti cedettero al richiamo economico proposto. Si parlava di grosse cifre per i tempi. Qualche squadra arrivò a spendere quasi un miliardo delle vecchie lire. Noi venimmo saccheggiati, segno che la nostra scuola era ottima. I nostri giocatori valutati come americani vennero attratti dalle cifre proposte e la squadra non condividendo quella politica e quella filosofia  e non avendo le risorse economiche che quel tipo di football prevedeva, chiuse. Poi ci furono gli anni delle grandi migrazioni. Arrivava il magnate di turno comprava tutti italiani e americani e vinceva per uno o due anni il campionato. Tolto lo sfizio si ritirava in buon ordine lasciando la squadra in balia dell’acquisto del prossimo magnate, magari sotto un’altra maglia. Ovviamente siamo convinti che tutti abbiano tratto insegnamenti da quella esperienza, noi continuiamo a lavorare ora come allora al nostro miglioramento tecnico, convinti che niente se non l’esperienza ci precluda la strada per diventare migliori. Come siamo riusciti a vincere l’anno scorso? Forse rinforzandoci con giocatori stranieri? No, semplicemente lavorando duro, anno dopo anno i nostri miglioramenti si sono visti. Non siamo arrivati al Superbowl per caso e non lo abbiamo vinto per caso. Quest’anno perderemo? Se succederà, pazienza ci chiederemo dove abbiamo sbagliato e lavoreremo per correggere gli errori. Vinceremo? Ci chiederemo cosa fare per migliorarci ulteriormente e correggere gli errori comunque fatti, per riuscire a stare al vertice. I cinquanta ragazzi reclutati investendo solo sulla loro e nostra passione, hanno il diritto di crescere e noi il dovere di insegnargli. Ognuno dei ragazzi che si allena sa che ognuno di loro ha pari opportunità di giocare degli altri. Ognuno di loro sa che tutti versano una quota di cento euro e che nessuno verrà mai pagato per giocare nei Rams, sotto nessuna forma. Vestire la maglia bianco verde è di per se un onore. Condividere il campo e gli spogliatoi con i compagni un privilegio. Questa la nostra storia, questo il nostro futuro. Abbiamo sempre affrontato le sfide consapevoli di questo basandoci solo sulla forza del gruppo e sulla certezza che : “La gente come noi non molla mai”.