Vincere su se stessi, saremo capaci?
Quante sfide affrontiamo ogni giorno e quante riusciamo a vincerne? Io comincio appena apro gli occhi e avrei ancora voglia di rimanere a dormire, o per lo meno al caldo ancora un po’. Vinco la mia pigrizia e mi alzo. Da li comincia una sfida infinita quotidiana, Non sempre riesco a vincere tutte le sfide, ma ogni giorno tento di vincere almeno una volta in più. Si tratti di non arrabbiarmi per qualcosa che va storto, di controllarmi sul cibo, di sopportare un cliente o delle tante altre cose che ogni giorno mi si presentano. Alla fine della giornata non sono campione di niente. Non mi sono confrontato con nessuno. Nessuno mi ha battuto le mani ne incoronato campione italiano o nazionale, in quanto solo il CONI potrebbe dichiararmi campione italiano. Nonostante questo ci sono giorni che vado a dormire estremamente soddisfatto ed altri no. Mi spiace non avere un antagonista da battere al posto che misurarmi con me stesso, perché sarebbe molto più facile farlo: in caso di vittoria potrei definirmi un vincente e in caso di sconfitta non farei fatica a trovare almeno un pacchetto di scuse. Invece il football, per quanto mi riguarda, qualcosa d’altro per altri, mi ha insegnato che tutto dipende da me dalla mia forza, ma soprattutto dalla mia motivazione. Se il motivo per cui mi devo alzare alle 5 di mattina è per andare negli States, per esempio, state tranquilli che mezz’ora prima della sveglia fissata sono già in piedi. Ecco il football mi ha insegnato che centimetro dopo centimetro, piccola vittoria dopo piccolo vittoria, potevo diventare un uomo migliore. Questa mi sembrava già una motivazione sufficiente, ma mi ha anche dato una motivazione che ha cambiato la mia vita: la mia squadra. Mi capitava , quando faceva freddo, quando mi sentivo stanco, quando magari c’era una partita di cartello per televisione di avere poca voglia di andare agli allenamenti, specie se la partita nostra più vicina era a distanza di qualche mese, ma sapevo che i miei compagni mi stavano aspettando, ed anche loro pur avendo magari le stesse mie motivazioni, sarebbe riusciti a vincere su se stessi e ad essere al campo puntuali. Allora, be allora presa la borsa verde uscivo e una volta sul campo venivo ampiamente ripagato per quel primo passo iniziale. La stessa cosa mi capita ancora oggi ed è da trent’anni che nessuno, salvo una volta il chirurgo, è riuscito a tenermi a casa. Nessuna motivazione era più forte del richiamo del campo. Ho avuto la fortuna di avere una moglie intelligente che anziché ostacolare la mia passione la ha condivisa, capendo che un uomo fedele con la squadra lo sarà anche con lei per esempio, ed ora anche per lei è lo stesso.Il difficile per noi comincia adesso. Abbiamo vinto le due sfide di andata con punteggi ampi, potremmo pensare che possiamo fare a meno di allenarci. Noi sappiamo che il nostro obbiettivo non è battere i nostri avversari, il nostro obbiettivo è giocare un grande football. Sappiamo che ogni volta che la palla esce dalle mani del nostro qb deve essere ricevuta, sappiamo che ogni volta la squadra mette il running
back avversario nelle mani di un nostro difensore deve essere placcato. Sappiamo che dobbiamo eliminare o ridurre il numero di falli per partita, sappiamo che dobbiamo migliorare e di molto i nostri blocchi, insomma sappiamo che c’è molto da fare per diventare giocatori migliori e sappiamo che i nostri compagni sono pronti ad aiutarci in questo. Qualsiasi cosa faremo essere migliori non potrà che esserci di aiuto. Ci vediamo stasera, inutile dire che sarò li ben prima delle 20.
Impariamo a vincere su noi stessi, non per noi stessi. Accendiamo negli altri la nostra stessa passione con il nostro esempio. Una candela accesa non ci perde niente se accende un’altra candela.