Una lezione dal Superbowl
Una partita interessante quella giocata ieri sera tra I New England Patiots e I Seattle Seahawks. Seattle godeva dei favori del pronostici da parte di tutti gli appassionati
e della simpatia anche dei non appassionati. Una città che di fatto era, è e sarà il dodicesimo uomo in campo era riuscita a coinvolgere tutti e molti volevano sentirsi parte di quel dodicesimo uomo. Forse da qui nasce la sicurezza della panchina di poter fare un sol boccone di New England e allo scadere del tempo con sei secondi sul cronometro a poche yards dal touch down anziché un sicuro field goal la panchina chiama un’azione di passaggio che riesce e porta in parità la partita. Tutti a gridare alla fantastica chiamata fatta dall’allenatore di Seattle. Fu un errore ed un errore, rimane un errore, un errore ed un errore. Una panchina attenta ne avrebbe fatto tesoro. Il football è uno sport impietoso e ha riproposto la stessa situazione allo scadere del tempo e la panchina di Seattle ha rifatto la stessa chiamata ripetendo lo stesso errore questa volta senza trovare la stessa fortuna, perché anche la dea bendata qualche volta si stufa della arroganza di chi, anziché riconoscerne i meriti, se li attribuisce, e questa volta l’errore non ha pagato. Quello che stupisce sono i commentatori che non hanno gridato all’errore quando questo a portato alla segnatura crocifiggendo viceversa la chiamata alla fine del tempo quando questa ha portato all’intercetto. Una chiamata sbagliata resta una chiamata sbagliata qualunque sia l’esito dell’azione e prima o poi il conto lo devi pagare, Diverso l’atteggiamento della panchina New England.
Arrivati in Red zone nel primo tempo anziché accontentarsi di un field goal giocavano per il touch down con un passaggio chiamato in un momento in cui la loro linea era in confusione, risultato intercetto. Preso atto dell’errore saliva in cattedra la pazienza, la grande vecchia filosofia del football. Una yarda dopo l’altra, un down dopo l’altro. Nessun gioco spettacolare, nessun lancio rischioso, fino al touch down.Tom Brady, di gran lunga il migliore, si accontentava di passaggi a corto e medio raggio, ottenendo il risultato di mangiare tempo e condurre un drive da grande ed umile campione. La vittoria di New England non è stato un colpo di fortuna la vittoria di New England è stata la vittoria di chi con molta umiltà e tanta voglia di sacrificarsi ha giocato affidandosi alla squadra, contro chi pensava che un fuoriclasse, ma certamente non un leader, come Linch potesse da solo risolvere la partita. Gli dei del football ancora una volta si sono ribellati e hanno premiato che di questo sport ha ricordato la filosofia di cui è pregno.