Progetto Fratelli di Sport ma solo sulla carta.

“Il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali e il CONI considerano la promozione delle politiche di integrazione uno strumento prioritario per favorire la convivenza dei cittadini italiani e stranieri, nel rispetto dei valori sanciti dalla Costituzione Italiana, e per consentire agli stranieri di partecipare alla vita economica, sociale e culturale della società. La finalità del progetto, frutto di accordi di programma annuali, è quella di sviluppare una cooperazione sinergica nell’individuazione di azioni comuni finalizzate a:

FAVORIRE L’INTEGRAZIONE SOCIALE
DELLA POPOLAZIONE STRANIERA ATTRAVERSO LO SPORT”

Questo l’enunciato del progetto Fratelli d’Italia. Fantastico penserete voi, ma vediamo in concreto in cosa consiste: si partecipa a giornate di incontro che il Ministero delle politiche sociali, il Ministero del Lavoro ed il Coni organizzano in tutta Italia in cui si sensibilizzano dirigenti e tecnici sull’importanza di poter integrare attraverso lo sport immigrati giunti nel nostro paese. Se riuscirete a realizzare documentando minuziosamente con materiale video tale riuscita ed invierete il filmato realizzato ad un apposito sito e questo verrà scelto fra tutti quelli pervenuti vi verranno riconosciuti duemila euro da spendere in materiale sportivo. Questo il progetto. Vi comunico che ho partecipato ovviamente alla giornata in questione organizzata a Milano presso la sala del CONI Lombardo dove mi hanno illustrato questo progetto.  Non essendo il football americano uno degli sport più attrattivi per la massa di immigrati, h dato poca importanza a quanto proposto, anche perché da sempre noi accogliamo tutti coloro i quali vogliono giocare purché abbiano le nostre famose tre C. cervello, cuore e co…..ni. Bene recentemente come abbiamo scritto è venuto da noi per giocare un ragazzo richiedente asilo, il quale dopo aver provato ed essendosi trovato bene ha deciso di tesserarsi. Primo punto questo ragazzo percepisce dallo stato due euro e mezzo al mese, come farà a pagare la quota di iscrizione? Problema risolto, come abbiamo sempre deciso se un ragazzo non può oggettivamente pagare, non paga. Secondo problema: per tesserarsi deve avere la visita medica agonistica che in Lombardia ha un costo di sessantacinque euro, chi paga? Terzo problema: la Federazione per tesserare un giocatore vuole trenta euro e senza tesseramento ovviamente non si è assicurati e non si può giocare, chi paga? Quarto problema: come tutti sanno l’attrezzatura da gioco noi la forniamo in comodato d’uso, ma le scarpe ognuno ha le sue, così come il paradenti ed il sospensorio, in questo caso chi le compra? Come detto in questo caso essendoci arrivati venerdì i soldi del 5 x mille del 2011 e 2012, soldi non previsti nel bilancio preventivo, abbiamo potuto far fronte alle spese e da giovedì avremo un giocatore in più, ma se così non fosse stato come avremmo dovuto fare? Credo che se invece che spendere molti soldi in assemblee per spiegare a chi nello sport fa volontariato da anni, i valori dello sport, ed anziché stanziare due mila euro a fronte dei migliori progetti documentati con video la cui produzione richiede comunque tempo e denaro, se tutti i ministeri avessero detto al Coni che le visite mediche e i tesseramenti sarebbero stati a carico dello stato, probabilmente molti più società avrebbero potuto offrire la possibilità di integrarsi meglio e più velocemente attraverso lo sport a tanti ragazzi. In Italia tante piccole società sportive fanno i salti mortali per far quadrare i bilanci e per loro è molto più utile un aiuto anche piccolo immediato che uno forse più lauto promesso, aiuto che se poi guardiamo non è un aiuto ma forse, e sottolineo forse, un rimborso per le spese sostenute. Noi avremmo tesserato il nostro amico, come abbiamo fatto, senza bisogno che due Ministeri ci spiegassero l’alto valore di quello che facciamo da anni, saremmo però felici se la Federazione desse un esempio, facendosi carico del tesseramento dei richiedenti asilo, dando così un importante segnale di come sia più importante fare piuttosto che promettere, così come sarebbe  un bella iniziativa andare in centri di prima accoglienza a promuovere i corsi arbitri a tanti ragazzi che magari troverebbero una divertente occupazione in attesa, spesso lunga anche qualche anno, di sapere se la loro richiesta sarà accettata o no.