Hall of fame.

Prima della finale dell’Italian Bowl anche quest’anno si ha proceduto alla proclamazione dei tre nuovi entrati nella hall of fame. Luigi Vedovato, Giovanni Frisiani e Massimo Fierli. Premesso che siamo molto felici per l’ingresso di Luigi Vedovato e Giovanni Frisiani, per i quali ci eravamo battuti anche l’anno scorso, e che a nostro avviso dovevano essere nominati subito dopo Giovanni Colombo. Dovete sapere che la prima Associazione Italiana Football Americano voluta da Rhinos, Frogs, Rams, Giaguari ed Aquile, era retta prevalentemente da Luigi Vedovato, il quale ogni mercoledì sera si trovava all’hotel Manin, da dove rispondeva a mano, le email non esistevano, alle oltre duecento lettere che settimanalmente arrivavano all’AIFA con la richiesta di informazioni, suggerimenti e qualsiasi altra delucidazione su come poter giocare a football e/o su come formare una squadra. Inoltre fin dal primo campionato italiano si occupava del tesseramento, e di tutta la burocrazia che una associazione ed un campionato prevedeva. Prima di diventare ufficialmente il segretario aveva già svolto quella mansione per almeno due anni. Mi piace sottolineare che svolse quella mansione senza retribuzione ma esclusivamente condividendo la passione del figlio Alberto e, cosa illuminata, riuscendo ad anteporre gli interessi di tutto il movimento a quelli dei Rhinos, squadra in cui militava Alberto, cosa che non sempre riuscì a Giovanni Colombo. Sotto la sua regia la federazione crebbe fino ad oltre centoquindici squadre a 11 giocatori esclusivamente di tackle ed alla fondazione di FIAF e all’insediamento della nuova dirigenza, fu confermato in segreteria in quanto nessuno meglio di lui conosceva le problematiche e le soluzioni per il movimento, sebbene con grande umiltà accetto di svolgere il suo lavoro con qualifica sottodimensionata. Grande mediatore, sempre sorridente il football gli deve molto. Giovanni Frisiani entrò anch’esso nel mondo del football

trascinato dalla figlia Barbara, frequentando il corso arbitri tenuto a Caspoggio al camp diretto dai Rams con la supervisione di Sam Rutigliano nel lontano 1984 e da allora non ne uscì più. Ricoprì tutte le mansioni e cariche che il mondo arbitrale prevede ed ebbe la soddisfazione di venire scoutato in maniera lusinghiera da Red Cashion, supervisore degli arbitri della NFL, che si stupì anche per la longevità della sua carriera, aveva settanta anni, quando da Ref diresse il Superbowl. Sempre sorridente, ma sempre pronto ad intervenire per tutelare la regolarità del gioco e l’incolumità dei giocatori con estrema autorevolezza, ma ami con autoritarismo, un esempio imprescindibile per chi vuole giocare nella squadra delle zebre. Massimo Fierli il terzo entrato è stato un ottimo giocatore che ha vinto molto in carriera contribuendo a dare una immagine di dedizione e passione per il nostro sport. Ribadisco quanto affermato in altra occasione nella necessità dell’istituzione di due categorie di Hall of Fame una per dirigenti ed arbitri ed una per giocatori, che non dovrà confondersi con un elenco di MVP ma che preveda una serie di caratteristiche specifiche e che soprattutto i prescelti debbano avere come minimo la metà più uno dei voti degli aventi diritto, magari dopo i ballottaggi in quelle che saranno delle nomination. Il fatto di non conoscere i voti presi dai primi dieci entrati nella hall of fame l’anno scorso, in quanto votati via whatsApp, e non via email condivise come quest’anno, e avendo dato una sola volta due voti, e non con ballottaggi successivi fino alla proclamazione, lascia purtroppo molti dubbi sulla legittimità di quelle preferenze sebbene tra quei dieci ci siano persone che hanno certamente il diritto di entrare per acclamazione.