40 anni e non sentirli.

Era tanto tempo fa ma a noi sembra proprio ieri quando in otto ci trovavamo con i caschi a scodella dei motociclisti e dei paraspalle da hockey al piccolo San Siro per fare quello che sarebbe diventato il primo allenamento degli allora Black Devils. Da allora tante cose sono successe. La trasformazione del nome in Rams, il cambio del marchio dalle famose corna sul casco troppo simili a quelle dei Los Angeles Rams al marchio attuale, ideato e depositato da noi nel lontano 1984, dal primo campionato italiano dell’AIFA, all’attuale campionato italiano a nove giocatori della FIDAF ma soprattutto tanti ragazzi hanno potuto migliorare e scoprire le proprie potenzialità grazie a questo sport ed a questa squadra. Tante sono le persone che hanno contribuito a tutto questo, mettendo ognuna di loro quello che poteva, dando il proprio contributo, che è stato fondamentale per la realizzazione di questo progetto. Non abbiamo un palmares invidiabile di titoli vinti, abbiamo però una storia pulita, fatta di bilanci in ordine, di sforzi importanti per tenere il passo di altre squadre che potevano contare su mezzi economici nettamente superiori, di tanta fantasia per trovare risorse dove queste non c’erano, ma soprattutto abbiamo dei legami di amicizia indissolubili che hanno fatto di un gruppo di amici una squadra, una squadra per la quale di batte forte il cuore quando la vedi scendere in campo sia che tu ne faccia parte, sia che tu ne abbia fatto parte. Quella maglia bianco verde che per molti è solo un pezzo di stoffa per noi rappresenta un sogno realizzato, una realtà alla quale volenti o nolenti siamo legati indissolubilmente ed alla quale tanti altri saranno legati da una tradizione ed uno spirito di appartenenza che solo chi lo ha provato e lo prova può capire.  Quarant’anni quest’anno dalla prima partita, eppure sembra ieri. Quarant’anni con lo stesso spirito, la stessa voglia di stare insieme consapevoli che solo insieme si potrà fare continuare a costruire qualcosa di importante, grazie al sacrificio ed al lavoro di tutti, senza chiedersi quanto è duro ma rispondendo solo presente alla chiamata della squadra. Cambiano le facce, generazione dopo generazione ma ancora oggi per tutti quando uno dice RAMS le domande si interrompono e la considerazione è una solo: “Is enough!”