Perché tutto ciò che è importante non può essere anche divertente.
“Tutto ciò che è importante non può essere divertente.” Da tanto tempo si è radicata questa convinzione. Andare a scuola deve essere per forza pesante, lavorare non ne parliamo, ora vogliono far diventare pesante anche giocare. I giornali ci dicono che i poveri calciatori sono sottoposti ad un tour de force perché giocano due partite alla settimana. Ci avevano quasi convinto ma poi ci siamo fermati un secondo a riflettere e ci siamo chiesti perché e quando? Perché ciò che faccio dovrebbe essere noioso e stancante? Perché non possiamo divertirci facendo ciò che ci piace? Dovendo fare qualcosa che non conosciamo possiamo trovare il lato divertente? Dato che non possiamo cambiare la realtà, possiamo cambiare il modo in cui la viviamo? Certo che sì. Noi a giocare ci divertiamo, e vogliamo continuare a farlo, ci divertiamo perché impariamo a giocare, perché stiamo insieme ai nostri compagni, ci divertiamo perché capiamo che la fatica che facciamo agli allenamenti non è fine a sé stessa, ma propedeutica ad aumentare il nostro divertimento in partita, ci divertiamo perché ci sentiamo realizzati ed accettati per le nostre caratteristiche, ci divertiamo perché ci sentiamo utili alla squadra. Ci volevano i nostri grandi coach, i tanti amici che negli anni ci hanno aiutato e ci aiutano, per farci capire quanto sia divertente crescere insieme e ce lo hanno fatto capire dedicandosi a fondo senza nulla chiederci se non il nostro impegno per non vanificare il loro. Non si sono fatti pagare mai, perché nessuna somma di denaro sarebbe stata sufficiente per ripagarli, ma niente valeva e vale di più della riconoscenza che a loro dobbiamo per quanto ci hanno insegnato e la soddisfazione che abbiamo quando riusciamo negli insegnamenti. Non solo un modo di giocare ma un modo di vivere, di comportarci, di saper accettare la vittoria e la sconfitta come due facce della stessa medaglia: metterci in gioco per imparare e riuscire a migliorarci costantemente. Sappiamo che non è facile per gli altri capire perché riusciamo bene anche nel lavoro, sappiamo che sembra impossibile che noi ci divertiamo, ma riuscire a poter applicare in ogni campo quanto imparato su un campo da football è una grande soddisfazione. Per questo ci siamo battuti e continueremo a batterci perché nei curriculum dopo il titolo di studio venga inserito che sport si è praticato ed a che livello e sono sicuro che leggendo i nostri curricula così fatti anche chi fa selezione un giorno potrà dire: Rams? Is anough!