Professionisti o dilettanti

Ci sono due categorie di sportivi: i professionisti e gli amatori o dilettanti. la definizione per i primi data dai vocabolari è più o meno simile a questa: coloro che esercitano dell’attività sportiva con carattere di esclusività e continuità, sulla base di impegni contrattuali e dietro

professional amateur expert novice or beginner skilled specialist or rookie

retribuzione regolare e costante. Per la seconda recita: chi esercita un’attività sportiva senza nessuna remunerazione, per puro diletto. Come vedete in nessuna delle due definizioni si parla di abilità o talento. Quello che fa la differenza è che i primi lo fanno dietro un compenso economico i secondi solo per divertimento. Noi crediamo che questa sia una differenza sostanziale su come ci approcciamo allo sport. Qualcuno pensa che divertirsi e giocare voglia dire che uno lo può fare così tanto per farlo senza rendersi conto che tutti noi siamo cresciuti ed abbiamo imparato la gran parte delle regole del vivere civile proprio grazie al gioco. Osservate un bambino mentre gioca e vedrete quanto impegno ci mette e quanto per lui sia importante quello che fa. Provate a scherzare quando un bambino costruisce il suo castello di sabbia e proverete la peggior ira di cui un bambino sia capace. Appurato che quando uno gioca sicuramente ci mette impegno, si tratta di capire quali dovrebbero essere le motivazioni per farlo andare ad allenarsi con costanza, magari anche quando piove o fa freddo e li crediamo che grande importanza sia lo spirito di squadra, il cameratismo che si instaura tra compagni per cui si vive come un tradimento il non presentarsi. E’ come abbandonare i propri amici senza un giustificato motivo. Quale sia un giustificato motivo, ognuno dovrebbe chiederlo alla propria coscienza, nel corso di tanti anni, di giustificazioni ne abbiamo sentite molte e alcune estremamente fantasiose, raramente da giocatori forti, più spesso da chi aveva grandi ambizioni non supportate da grande carattere. Scontato per noi, ma forse non per tutti, è l’esempio e la passione che ogni coach mette in quello che fa, perché è ovvio che se questo discorso vale per i giocatori a maggior ragione vale per i coach. Gli american in questo sono maestri, riescono sempre a trovare l’entusiasmo nel fare qualsiasi cosa facciano in campo. Ci sono cento giocatori… fantastico ci piace tanta voglia di imparare, ci sono solo cinque giocatori … fantastico essendo in pochi potremo insegnare bene avendo più tempo a disposizione per ogni giocatore. Spesso nelle stesse situazioni coach italiani vedono solo il problema e perdono entusiasmo, dicendo che sono pochi per così tanti giocatori o sprecati per così pochi. Forse nei corsi che si fanno spendere un po’ di tempo per parlare di questi atteggiamenti non sarebbe una cattiva idea. Noi rimaniamo sempre con l’idea di Randy Beverly: Non c’è un campo inadeguato e non esiste un tempo non idoneo per giocare a football, siamo sempre dei fortunati nel poterlo fare. Come non condividere il suo pensiero.