Perseveranza, determinazione e umiltà

Dopo aver accettato l’errore come momento di crescita, sarà la perseveranza che ci farà continuamente osservare la nostra azione per capire, non solo dove abbiamo sbagliato, ma se anche quello che abbiamo fatto bene potevamo farlo meglio. Sarà la determinazione al volerci costantemente migliorare, che ci farà perseverare, ma sarà l’umiltà di accettare di ripetere tante e tante volte una cosa a farci diventare esperti in quello e cominciare a pensare al passo successivo. Tutta la nostra conoscenza è fatta dal miglioramento di quanto scoperto ed appreso da altri precedentemente, non è un caso che sia al liceo, alle medie ed  alle elementari si studia la storia e non l’argomento che sarà

approfondito solo dopo. Noi non studiamo filosofia, ma storia della filosofia, non studiamo arte, ma storia dell’arte e così via, perché ogni materia si evolve ed aggiunge qualcosa a quanto già scoperto da altri, e noi automatizzando il processo scoperto precedentemente possiamo concentrarci sui miglioramenti o su rivoluzioni di pensiero.  Mentre ingegneri studiano il nostro cervello e ne riproducono le sue funzioni in un computer, noi continuiamo ad ignorarne le scoperte che potrebbero aiutarci a semplificare la vita. Ci vuole il medesimo tempo ad istaurare una abitudine utile che una inutile o dannosa. Pensate al sonno, ci vuole lo stesso tempo per abituare il nostro corpo a dormire fino a mezzogiorno o ad alzarsi alle sette, rispettando il suo bisogno di sonno. Quando una volta si faceva il militare sembrava impossibile come ragazzi che erano abituati ad alzarsi molto tardi nel giro di due o tre settimana riuscivano a svegliarsi da soli prime delle sette. Il programma per il cervello era lo stesso: la sveglia. Cambiava

l’ora in cui il cervello attraverso segnali quali il sonno ci suggeriva di andare a dormire. Pensate ad una sveglia, suonerà all’ora programmata senza differenza alcuna, l’importante è che sia carica, esattamente come il nostro corpo. Venendo al football sono tanti i particolari da mettere a posto e da automatizzare per eseguire un buon placcaggio e solo la costante ripetizione del gesto, la continua analisi di cosa si può ancora migliorare e di cosa bisogna cambiare, farà si che durante la sua esecuzione siano sempre meno le cose su cui concentrarsi, in quanto automatizzate, e si possa cominciare a pensare ad altre cose, per esempio leggere la linea di attacco, o guardare il cartello del down o altre ancora. Se ho in testa lo scopo, se so perché faccio tutto quello che faccio, mi è molto facile trovare soddisfazione e divertimento ad ogni step che riuscirò a fare, e l’umiltà sarà ampiamente ricompensate con tanto divertimento e tanta soddisfazione. Facciamo questo da tanti anni, lo ha fatto e lo fa chiunque indossi abbastanza a lungo la nostra maglia ed è per questo che si continua a dire: Rams? Is enough!