Daniele e Jack a Nashville
Serata per cuori forti quella di ieri. Aula magna gremita perfino nei posti in piedi, la società arricchita da genitori invidiosi dei figli, che assumendo il ruolo di giocatori rivelano la loro vera natura di ragazzi pronti a lottare per dimostrare il loro valore, non solo tecnico, ma soprattutto umano. Oltre ventun persone hanno avuto un simbolico riconoscimento per l’impegno profuso in quest’anno, otto solo i coach, poi i responsabili dello stadio, quelli dell’organizzazione, infine il nostro fantastico staff medico capitanato dal Dott. Vitali, che ha dimostrazione della dedizione al suo lavoro di ortopedico, è arrivata in leggero ritardo trattenuta dai pazienti in ospedale. Questa passione è quella che trasforma noi in tutto quello che facciamo e unita alla capacità di lavorare in squadra, in equipe, parlando di lavoro, fa sì che quando ci troviamo in contesti diversi dal nostro, siamo comunque riconoscibili, come se avessimo la maglia sempre addosso. Il marchio Rams è qualcosa che rimane, difficile dimenticare i propri compagni e difficile comportarsi in modo non consono all’onore della squadra che si ha contribuito a far crescere e per la quale si è contribuito a far continuare una tradizione importante. Proprio per continuare questa linea è stata formata la Green Elite, che unisce chi più si è impegnato per questi valori e che prevede una militanza lunga prima di potervi accedere. Ieri sera hanno fatto il loro ingresso ricevendo la simbolica tazza bianco verde, l’anello e l’adesivo Corrado Burla che cominciò nella giovanile Rams nei lontani anni 80 per impegnarsi ancora oggi come coach della linea di difesa e Francesco Miracapillo, che nella nuova storia Rams degli anni duemila è stato uno dei protagonisti, partendo dalla giovanile fino a quest’anno, dove ha dovuto annunciare il suo ritiro avendo trovato lavoro in altra città. Infine la proclamazione dei vincitori del riconoscimento più ambito: Premio Joe Costanzo a Daniele Scavariello, cornerback arrivato a settembre da noi proveniente dal calcio dove giocava in porta a buoni livelli, che con costanza ed impegno è riuscito a guadagnarsi dapprima il posto e poi a diventare una sicurezza dopo solo una stagione. Premio Rich Cannon a Giacomo Ballarini, da due anni alla guida dell’attacco nel ruolo di quarterback, ha saputo portare quanto appreso in campo anche nella vita comune, migliorando il suo rendimento scolastico e cominciando a raggiungere obbiettivi importanti, soprattutto mettendo le sue caratteristiche al servizio di se stesso e della squadra, anziché contro se stesso. Bravi e congratulazioni. La serata si è conclusa con le parole di commiato dal campo di due giocatori, uno come detto per motivi di lavoro, Francesco Miracapillo, l’altro Alessandro Sodano, capitano della difesa, per motivi personali, anche se non disperiamo che in questo caso sia stato l’addio di un ragazzo cresciuto molto e che a settembre ci faccia la sorpresa di presentare un nuovo Sodano, più vicino a quello a cui noi tutti vogliamo bene a prescindere da come gioca e dal se gioca. Vogliamo bene ad Ale per quello che è e per come è. Vogliamo lui in campo per una nuova fase della sua vita. Crescere non è facile ma è l’unica cosa che sappiamo fare. omani altri dettagli sulla serata.