UN RAMS ALLA VOLTA: Andrea Zambelli “Zambe” #44

Ciao Andrea, come hai scoperto il Football Americano?

” Un pomeriggio al parco ho incontrato due ragazzi che stavano giocando con casco e paraspalle, avevo 19 anni, Mi fecero provare e fu amore a prima vista.”

Come ti sei avvicinato ai Rams e perché hai scelto di giocare con loro?

“Alessio e Karim quelli che incontrai, facevano già parte dei Rams, di conseguenza, fu molto facile avvicinarsi alla squadra. Iniziare F.A. nei Rams fu una scelta istintiva e presa di pancia. Sentivo di volerne fare parte”.

Quali sono i momenti fondamentali per il tuo percorso di giocatore nei Rams?

” Ce ne furono molti, ma io reputo decisivo per la mia crescita uno all’apparenza sfortunato: il mio infortunio al ginocchio. Ero spaventato e non sapevo se sarei tornato a giocare senza la paura di farmi male di nuovo. Andai dall’ortopedico con Big (che stette sempre al mio fianco) mi tranquillizzò come solo lui sa fare. Notai subito la differenza tra chi, come me, era pieno di insicurezze e paure e di chi invece, come Big, affrontava le difficoltà cercando una soluzione, senza piangere sul latte versato e senza “subire” la sfortuna. Fu li che mi resi conto che la mia testa pensava diversamente, pensava male. Capii che dovevo cambiare qualcosa di me. Mi operarono al ginocchio, mi ricostruirono i legamenti e non persi un secondo. Feci fisioterapia, curai l’alimentazione e mi allenai con costanza con in mente un solo obiettivo: tornare assieme ai miei compagni di squadra su quel campo che mi mancava da morire. Faticai, feci molto esercizio per essere in forma e recuperare per quella che sarebbe stata la nostra seconda finale di campionato FIF. Quel giorno arrivai pronto in campo, giocammo tutti assieme e portammo a casa il primo nostro Super Bowl. Un’emozione indescrivibile che ancora adesso mi dà brividi sulla pelle. Perché fu fondamentale? Perché mi insegnò a recuperare dagli infortuni? No, mi insegnò a lottare, a rialzarmi dopo essere caduto, mi fece capire come affrontare le difficoltà della vita e, ancor più importante, mi fece capire che non ero solo. Ero con i Rams e, assieme a loro, io non avevo più paura!”

Quali valori, sportivi, umani, etici hai trovato nei Rams?

“Nei Rams ho trovato qualcosa di unico che, con il passare degli anni, ho imparato veramente ad apprezzare. Amicizia, unione e lealtà sono le fondamenta di un Rams dentro e fuori dal campo e, più di ogni altra cosa, i Rams mi stanno insegnando cosa significhi l’umiltà. Dico insegnando (e non insegnato) perché non si finisce mai di migliorare e di crescere. Ero una persona totalmente diversa quando sono entrato in questa squadra, molti dei miei risultati personali li ho raggiunti anche grazie a quello che i Rams mi hanno trasmesso. Poi, per ultimo ma non per importanza, mi hanno insegnato che nella vita e davanti agli ostacoli bisogna sempre lottare e andare avanti”. Mi hanno insegnato che “LA GENTE COME NOI NON MOLLA MAI”.

Che cosa ti hanno dato i Rams? “I Rams mi hanno dato una possibilità quella di mettermi in gioco e dimostrare il mio valore. Questa opportunità mi fu data e basta, a prescindere da peso e dall’altezza che potessi avere. Io la colsi e continuerò a sfruttarla a cominciare dal 22 febbraio, la nostra prima di campionato.