QUELLA SPORCA ULTIMA DOMENICA – Rubrica biancoverde di Cinema e Sport – #4 E tu non sarai mai niente più di una riserva!

Ieri sera mi sono addormentato incerto sull’articolo da scrivere questo mese, non essendo ancora riuscito a trovare spunti nei fatti di cronaca più recenti. Poi però devo essere stato visitato in sogno da un articolista ben più esperto di me, perché mi sono svegliato in piena notte con le idee chiarissime e sbadigliando ho buttato giù due righe. Ho pensato al mio piccolo e che da domani sarò in Polonia per due settimane per girare il mio primo film, purtroppo non sul football, e a come ci sono arrivato, e sentendomi una formica di fronte a questo grande progetto, un titolo ha fatto subito capolino: Le riserve.
Penso che a tutti sia capitato almeno una volta di trovarsi, per uno strano allineamento di pianeti, nel posto giusto al momento giusto, ed è esattamente quello che capita al branco di (quasi) giocatori del film di oggi. I nostri protagonisti entrano a far parte di una squadra vera durante uno sciopero di professionisti della NFL e sono tutti accomunati, oltre che dalle famose stelle allineate, dalla passione per il football, dalla fiducia di un coach esperto e dal coraggio di non mollare, o di rimettersi il casco in testa se lo si è perso per strada.
Mi viene in mente Big, seduto nella panchina dei Cleveland Browns, mentre si nutre di football alla fonte, o dritto davanti alla schiera di avvocati dei Los Angeles Rams, riunitisi per discutere del nostro marchio. Parlo di Big il “pizzaiolo”, sfottò nato da certi suoi lanci un po’ artistici, che ci ha fondato non una, ma ben due volte, prima nel ’78 e poi nel 2007.
Mi viene in mente il nostro ariete acquisito Mike Lodish, uscito da UCLA e scelto al decimo round nel draft del 1990 (il 265esimo giocatore selezionato) dai Buffalo Bills, che dopo essere entrato nel roster ufficiale, gioca e perde quattro Super Bowl consecutivi, si rialza e va a vincerne due insieme ai Denver Broncos, ottenendo il record di Super Bowl giocati, oggi superato solo da Tom Brady.
Penso a tutti i Rams degli anni 80, oggi affermati professionisti o meno, ma senza dubbio affermati uomini, che magari hanno avuto l’occasione di entrare nel campo della vita come riserve e, con umiltà, sudore e sempre il peso sulle punte, si sono guadagnati un posto in prima squadra.
Oggi non vorrei citare nessun giocatore in particolare come esempio di “improbabile che ha tenuto duro e ce l’ha fatta” (andate a cercare nei vecchi articoli le mie vittime preferite), perché credo che ognuno di noi lo sia. Improbabili già solo per aver deciso di giocare al Football che non è lo stesso di tutti gli altri sessanta milioni di italiani e di prendere in mano quell’oggetto ovale e imprevedibile che ci fa tanto impazzire, all’inizio in senso negativo e poi positivo.

Le riserve (2000) di Howard Deutch

Titolo originale: The Replacements
Interpreti: Keanu Reeves, Gene Hackman, Rhys Ifans, Jon Favreau
Dove trovarlo: Chili Cinema (3.99), Google Play (3.99), Apple iTunes (3.99), Microsoft Store (3.99) e Playstation Store (3.99)

Quando lo sciopero dei giocatori professionisti lascia i Washington Sentinels senza una squadra, il presidente chiede al vecchio amico e coach in pensione Jimmy McGinty (Gene Hackman) di reclutare dei semi-professionisti per giocare le ultime quattro partite del campionato.
Uno scouting tragicomico porta a vestire la stessa maglia, tra gli altri, due buttafuori afroamericani, un lottatore di sumo ghiotto di uova, un calciatore gallese coperto dai debiti, un fortissimo ricevitore sordomuto, un carcerato in permesso speciale e un agente della SWAT, il tutto diretto con grandi sforzi dal quarterback Shane Falco (Keanu Reeves), promessa del college rimasto tale.
La forza del film non è tanto nella storia, che si avvia verso la fine del campionato in maniera molto lineare e senza troppi scossoni a dire il vero, ma nelle situazioni grottesche che man mano si vengono a creare a causa del cocktail di personalità che abbiamo per le mani.
Dopo le due storie vere della Marshall e dei Titans direi che possiamo concederci qualche risata estiva con gli amici, un pizzico di love story, anche quella molto in linea con la stagione, e delle azioni di gioco che riescono a tenere attaccati allo schermo.
Il titolo ovviamente è una provocazione, la provocazione di chi, nel film e nella vita, sente di essere ormai arrivato, di essere superiore a noi, gli improbabili, ma che forse non ha capito che LA GENTE COME NOI NON MOLLA MAI!