Cagliari: dove abbiamo sbagliato?

“Se non conosci te stesso e nemmeno il nemico, soccomberai in ogni battaglia.”

Nonostante io non ami certi boriosi paragoni tra il football e la guerra, che è sempre distruttiva, questa credo sia la riflessione principale che possiamo portare a casa dalla trasferta sarda, dove una combattuta partita punto a punto ci ha visto portare a casa una brutta sconfitta contro i locali Crusaders.

Brutta non per il risultato finale, che si è concluso con un solo touchdown di differenza, ma per la modalità. Io non sono un tecnico: sono solo il vostro gameday. Non posso parlare di schemi, di azioni, di tecnica o di livello atletico. Posso però parlare dei valori che ci legano.

Crediamo che il campo e lo sport trasformi e debba trasformare bravi giocatori e bravi coach in grandi uomini, capaci di adattarsi all’imprevisto e di lavorare sotto pressione, di non reagire alle provocazioni e di riportare eventuali contestazioni al tempo e alla modalità corretta, di rispettare le catene di comando nei momenti critici e di proporre migliorie con toni costruttivi nei momenti più propizi. Su questo abbiamo visto di dover lavorare. Su questo lavoreremo.

 

La prossima parola spetta al campo di Ciriè, domenica 7 aprile, dove incontreremo i Blitz.