Migliorare se stessi

Da più parti siamo bersagliati da messaggi che incitano alla competitività. La sforzo dei media è quello di cercare di convincerci che vincere è l’unica cosa che conta e che chi perde è un fallito. Questa cultura translata dallo sport professionistico, per cui un allenatore che perde va licenziato, senza guardare se i giocatori a sua disposizione erano all’altezza dell’impegno o se gli avversari erano oggettivamente più dotati. Per i giornalisti c’è un solo imperativo: battere l’avversario, se per fare questo simuli, giochi scorretto, arrivi per fino a fare goal con una mano, tutto è lecito, anzi si fa passare tale gesto disonesto mascherandolo sotto gesto di esperienza, e si erge il ladro ad eroe nazionale. Noi che amiamo lo sport, ben lontani dal volerne fare una professione, ci impegniamo per  vincere si ma solo contro noi stessi, contro la pigrizia che spesso ci prende, contro la paura di cimentarci in qualche cosa in cui potremmo fare brutta figura le prime volte, sicuri che con volontà e determinazione riusciremo a migliorare, ed impegnandoci, ad alzare costantemente la nostra asticella del rendimento. I nostri compagni forse non potranno contare sul miglior atleta possibile nel nostro ruolo, ma devono sapere di poter contare su un loro compagno pronto ad impegnarsi al cento per cento per migliorare la propria prestazione e quella di tutta la squadra. Se una volta dato tutto quello che potevamo dovessimo uscire sconfitti, non ci sentiremmo dei perdenti e neppure dei falliti, ma orgogliosi per esserci cimentati con una squadra oggettivamente più forte ma contro la quale non ci siamo mai arresi. Poi, con calma, umiltà ed onestà  ci chiederemo dove abbiamo sbagliato e cercheremo di lavorare su quelli che riconosceremo come nostri errori e cominceremo a lavorare per correggerne il più possibile. State tranquilli che faremo la stessa cosa anche nel caso uscissimo vincenti. Quello che ci importa veramente non è vincere o perdere, ma migliorarci sempre sia come squadra che come singolo. Come già dissi una volta ci sono  vittorie che non ricordo,  e ci sono sconfitte che ricordo con piacere e orgoglio. L’uscita dal campo dei nostri giovani under 20 sconfitti 53 a 6, contro la prima squadra dei Rhinos, al trofeo dell’Amicizia fu una di quelle sconfitte che ognuno di quei ragazzi fu orgoglioso di aver subito e le loro facce sorridenti alla fine della partita ne rimangono la consacrazione. Dove ho sbagliato? Come posso migliorarmi? Queste le due domande che ci devono accompagnare sempre, essendo orgogliosi di quanto facciamo ma consapevoli che molto abbiamo da fare.