Il football che vorrei

Mentre ero assente stavo pensando se un genio della lampada o della pulizia domestica mi chiedesse un desiderio da esprimere nel football cosa gli risponderei? La domanda non è così facile come sembra. Iniziamo dai giocatori: vorrei tanti ragazzi entusiasti che portassero il messaggio del football americano in giro per l’Italia, dando un esempio ai loro coetanei. Gente con fisici normali, ma allenati, che amano lo sport per quello che è: un divertimento educativo. Ragazzi che hanno rispetto del proprio corpo e delle regole, che non si fanno ingannare dalla pubblicità o dalle mode, ma che si confrontano lealmente fra di loro, cosi come lo fanno fisicamente sul campo. Veniamo agli allenatori, risposta più facile: grandi appassionati, grandi comunicatori che sanno valorizzare ogni ragazzo per quello che è, riuscendo a far emergere le personalità, facendole convivere fra di loro, formando un gruppo coeso che capisca che solo dall’armonia e dalla disciplina si potranno raggiungere risultati impossibili ed impensabili singolarmente. I dirigenti, gente che mette la propria competenza a disposizione di tutti, che studia e si prepara perché sa che dall’organizzazione e dalla programmazione dipende il futuro di tante persone che ci metteranno l’anima. Il pubblico che va a vederli per il piacere di vedere un grande spettacolo, in cui si confrontano strategie e organizzazioni diverse, che incita i propri beniamini, ma non offende i loro avversari, che rispettano le decisioni degli arbitri e che fraternizzano sulle tribune, sapendo che non ci saranno perdenti, ma solo sconfitti. Gli arbitri infine che consci del loro ruolo che giocano la loro partita esattamente come i giocatori, cercando di fare meno errori possibili ma soprattutto cercando di essere il più sereni possibili, mettendo la loro passione al pari dei giocatori, per migliorarsi partita dopo partita, non pensando di essere quelli che per legge non si devono divertire, ma consci di aver scelto un ruolo, consapevoli della difficoltà dello stesso, ma anche della sua bellezza e del suo fascino e delle grandi soddisfazioni che lo stesso può dare.
Sono convinto che basterà poco perché tutto questo si possa realizzare anche senza l’aiuto di un genio. Persone capaci ne ho incontrate tante negli ultimi due anni, persone con molta passione e spirito di sacrificio, è a loro che mi rivolgo perché possiamo veramente costruire insieme qualcosa di diverso da uno sport che ad oggi si sta dimostrando fallimentare e sempre più solo un terreno di pochi per fare soldi sulla spalle di molti. Gli esempi dei mondiali di nuoto, di atletica sono qui a testimoniare un modello perdente di sport, noi possiamo crearne uno diverso. Da oggi questo sarà il nostro impegno. Il primo passo lo abbiamo già compiuto, per adesso è solo temporaneo, ma è la dimostrazione che si può fare. In settimana vi daremo i dettagli.