Ogni errore un passo in avanti

non-ho-fatto-errori--ma-reiterati-tentativi-di-felicita-cVorrei spiegare meglio il concetto espresso ieri sul come un tentativo sbagliato non vada considerato un fallimento ma un avvicinamento alla meta. Noi cresciamo ed entriamo in contatto con gli altri attraverso  tentativi che sempre di più si avvicinano  a quello a cui aspiriamo, ed ogni tentativo viene vissuto ed accettato come un fatto positivo, anche se non arriva alla conclusione sperata. Pensiamo alle prime sillabe pronunciate, quei “Ma..”,”  Ma.. ma “ , con quanti sorrisi vengono accolti, proprio perché accettati come tappe che ci porteranno al fatidico “Mamma” accolto da una ovazione. Questo approccio dovrebbe valere sempre, invece crescendo la gente considerando facile per tutti, quello che è facile solo per chi lo sa fare, tende a frustrare i tentativi per imparare a fare al meglio la cosa insegnata, riuscendo in molti casi a paralizzare la voglia di apprendere e provocando un dannoso immobilismo. Lo vediamo nel football, e come sempre anche nella vita. Pensiamo ad un linebacker che leggendo male una azione corre indietro pensando che sia un passaggio. Errore, dovuto probabilmente da inesperienza e cattiva lettura delle chiavi, cioè di quei movimenti dell’attacco che ci segnalano un attimo prima che cosa succederà. Bene se questo giocatore viene rimproverato duramente e la sua autostima non è altissima, l’azione dopo starà fermo fino a quando non sarà certo del tipo di azione e a quel punto sarà sempre in ritardo nello svolgere il suo compito. Troppo lento per placcare il corridore con la palla, troppo lento per coprire eventuali ricevitori. La colpa sta nel non aver accettato un errore come esperienza per capire ma come un fallimento. Lo stesso comportamento lo troveremo nella vita. Usando il pc per le prime volte capita che questo si impalli e se non abbiamo forti motivazioni preferiamo tornare ad usare carta e penna, con le quali ci muoviamo sicuri, al posto che imparare attraverso errori un corretto uso del pc, esattamente come facemmo con carta e penna tanto tempo prima. Quello che ho scritto ieri parlava proprio di questo, nel non aver paura di sbagliare, ma anzi continuare a chiederci: ”dove ho sbagliato ?” per migliorarci ogni volta e raggiungere il nostro obbiettivo, ricordando che non ci sono cose facili o difficili, ma cosa che abbiamo imparato a fare e cose che non abbiamo ancora imparato a fare. Domenica sapremo quali cose abbiamo imparato a fare meglio della volta scorsa e su quali dovremo ancora lavorare, ringraziando il football perché ci permette di imparare questi concetti basilari per la nostra vita.