Grazie ragazzi.
Ieri, come ormai dall’inizio settimana, molti dei nostri giocatori hanno invaso simpaticamente il centro e le arterie principali di Milano per propagandare lo Young Bowl 2009 e contemporaneamente il football americano. Accolti sempre in maniera cordiale dai milanesi hanno anche dovuto posare con i numerosi tifosi del Marsiglia ieri a Milano per la partita di Champions League. Molte le spiegazioni che i nostri giocatori hanno dovuto dare ai molti che chiedevano lumi sul nostro gioco e sulle differenze dal rugby. Tanti i nonni che hanno promesso la loro presenza con i nipoti sugli spalti tranquillizzati dal sapere che le tribune dell’impianto sono coperte e molto riparate. In via preventiva, abbiamo allertato la direzione dell’impianto, persone splendide per disponibilità e professionalità, per avere la possibilità di aprire anche la seconda tribuna nel caso di sovraffollamento. Il regista che curerà la trasmissione era, ieri durante il sopralluogo, particolarmente soddisfatto dalla abbondanza di mezzi che dovrebbe consentirgli di fare un buon lavoro, contagiato dal grande entusiasmo che i ragazzi gli hanno dimostrato. Lui come gli altri tecnici, continuavano a non capire come tante persone potessero adoperarsi per il solo piacere di vedere il proprio sport rappresentato al meglio, stupiti dalla disponibilità gratuita che ragazzi, ma non solo avevano messo al loro servizio.
Loro come molti altri faticavano a capire quando abbiamo cercato di spiegare che attualmente le federazioni erano due, anche perché onestamente, anche noi facciamo molta fatica a spiegarlo. L’unica ragione che ci veniva facile era quella che FIF era per un campionato diviso in Conference e Division ma ora che anche la FIDAF si è resa conto del grande errore fatto organizzando un campionato tutti contro tutti, anche questo motivo è venuto meno.
Speriamo che, come ormai chiesto a gran voce dalla maggioranza dei giocatori, chi debba fare un passo indietro lo faccia, chi debba sedersi si sieda, chi ha bisogno di spendere tanti soldi si faccia il suo campionato senza coinvolgere tanti bravi ragazzi in una politica fallimentare. Spero che lo Young Bowl riesca a dimostrare che non sono gli americani, non sono i gesti funambolici che avvicinano il pubblico a noi, ma la pulizia, la lealtà, la passione contagiosa che fa si che la gente stufa dello sport business trovi il piacere di vedere ragazzi sacrificarsi per il solo piacere della maglia che indossano. La nostra battaglia deve essere su questi valori: lotta al doping senza quartiere, accettazione della sconfitta come componente della competizione nell’ambito di una grande volontà di vittoria, lealtà sportiva, grande voglia di collaborazione, quello che continuiamo a propagandare ai nostri atleti come spirito di squadra. Oltre alla propria squadra costruiamo la squadra di tutti: la Federazione.