“È come andare in bicicletta fatto una volta non lo dimentichi più”.
Questa la mitica frase che dissero a Burt Reynold nel film “Quella sporca ultima meta” in risposta alla sua perplessità data dal lungo tempo in cui non lanciava la palla. E’ vero il cervello una volta che ha imparato una routine, non la dimentica, ma è anche vero che se uno non la richiama spesso ci vuole un po’, prima che la ripristini al meglio. Pensate a quante cose facciamo senza pensare, cose anche importanti. Quante volte avete frenato o accelerato ieri sera quando guidavate l’auto o il motorino? Quante volte avete cambiato programma guardando la Tv ieri sera? Quante volte vi è successo di non ricordare se avete bevuto il caffè o no? Tutto questo perché il nostro cervello cerca di fare una infinità di azioni in automatico, non appena riesce ad automatizzarle così da risparmiare più zucchero possibile. Sono infatti gli zuccheri che permettono al nostro cervello di compiere la miriade di azioni di cui necessitiamo per condurre una vita normale e lui cerca di farcene risparmiare il più possibile, cercando di ricondurre ogni cosa nuova ad un processo che conosce, generalizzando la nuova informazione e cercando di ricondurla a qualcosa di noto. Facciamo un esempio. Se diciamo ad uno che ha giocato in porta di ricevere un pallone, il cervello gli farà posizionare immediatamente le mani aperte con i pollici all’interno, incurante del fatto che il pallone non sia quello da calcio ma quello da football, inoltre dato che conosce perfettamente il comportamento del pallone da calcio, non porterà gli occhi sulla palla. Solo dopo diverse volte che il pallone da football ci sarà caduto dalle mani, grazie a questi errori, il cervello memorizzerà che la generalizzazione fatta sul termine pallone è sbagliata e che esistono due tipi diversi di palloni con due comportamenti diversi balistici e due modi diversi di rimbalzare. La ripetizione gli insegnerà quindi a posizionare le mani in modo diverso fino a quando non troverà quello più efficace e imparerà che la palla da football non ha rimbalzi regolari e che quindi per riuscire a prevedere il suo comportamento, l’unico mezzo, è guardarla. Da quel momento in poi la nuova routine pallone da football, se un costante allenamento verrà fatto, sarà con gli occhi al pallone fino a quando non verrà messo in sicurezza nelle mani. Lo stesso comportamento viene usato dal cervello in tutte le situazioni. Pensate a quando si guida per la prima volta un’auto con il cambio automatico, quanta fatica si fa per non andare a cercare la frizione, o pensate a quelli che tentano di digitare sulla tastiera del telefonico con gli indici al posto che con i pollici, perché il cervello abituato alla tastiera del pc, le legge come uguali e si comporta di conseguenza, solo con la pratica distinguerà le due tastiere e adeguerà il suo comportamento. Sarà così in tantissime situazione che il cervello legge come uguali quando invece sono simili o appaiono tali. Per questo l’esercizio, l’allenamento sono fondamentali soprattutto se abbiamo fatto in precedenza qualcosa che dal cervello può venire letto come cosa conosciuta. Solo l’umiltà e la voglia di conoscere a fondo ciò che dobbiamo fare, ci potrà salvare velocemente da clamorosi errori. Per questo l’umiltà è una delle doti richiesta ad un giocatore che vuole diventare bravo e per questo l’umiltà è una delle nostre caratteristiche, che ovviamente useremo anche nel lavoro e nella vita comune.