La squadra che voglio
Leggevo su un giornale sportivo il commento di un noto giornalista che sosteneva che per quel dato allenatore sarebbe stato più giusto allenare una squadra più titolata e con più ambizioni. Mentre leggevo riflettevo sul perché un allenatore avrebbe dovuto allenare una squadra diversa da quella che allenava. Sarebbe come dire ad un padre che figlio vorresti crescere. Capisco che nel mondo del professionismo si possa rispondere, vorrei allenare una squadra più ambiziosa perché guadagnerei più soldi, io, però, credo che la meta, non solo, di un allenatore, ma di un uomo in generale non debba essere quella di guadagnare più soldi, ma di riuscire a realizzarsi, di tirar fuori il meglio da se stesso e metterlo al servizio degli altri. Così un buon allenatore non è quello che vince tutto, ma, che, con quello che ha a disposizione, riesce ad ottenere il miglior risultato possibile. Credo che sia molto difficile stabilire chi sia il vincitore, se quello che vince per punteggio o quello che ottiene le migliori soddisfazioni pur non vincendo alcun titolo. Forse ce ne accorgiamo solo quando perdiamo ciò che abbiamo, della fortuna che avevamo. Dobbiamo prendere il raffreddore per capire quanto è importante avere il naso libero per respirare meglio. Si, sono orgoglioso e felice di allenare i Rams, magari il punteggio non ci premierà, magari non vinceremo una partita, magari …., non so, magari troveremo qualcuno più bravo o più forte, ma sono convinto che l’impegno e la dedizione che metteremo da qui alla fine del campionato sarà degno della miglior squadra al mondo. Ogni allenamento un passo in avanti, ogni errore che dovessimo commettere un momento di riflessione che accrescerà la nostra esperienza e da quello impareremo come migliorarci. Non so se i miei giocatori hanno l’allenatore che vorrebbero, io sicuramente ho la squadra che voglio.