Le statistiche: impariamo a leggerle
E’ stato pubblicato ieri sul sito della Federazione Italiana football Americano, un interessante articolo a firma Fabrizio Cupellini, il responsabile per la segreteria dei contatti con NCAA e AFCA, su l’importanza e come leggere le statistiche nel football. Oggi tutto viene letto, analizzato, sezionato per riportare sempre più a schemi matematici una partita. Noi, pur tenendo in debito conto le statistiche, preferiamo leggerle sapendo che, pur essendo la statistica una scienza, la lettura dei dati è un concetto totalmente discrezionale ed interpretativo e come tale non matematico. Vorrei farvi un esempio: nelle statistiche che saranno pubblicate oggi troverete un ottimo Stefano Truzzi autore di 5 sack, se non un record, molto vicino ad esserlo. Ora senza nulla levare a Stefano, ottima la sua prestazione, sicuramente tale merito è da condividere con i defensive back che marcando i ricevitori hanno costretto il QB a tenere la palla in mano e ai suoi compagni di reparto che, chiudendo la strada allo steso, lo hanno spinto verso Stefano, molto bravo a non farselo scappare.
Un altro esempio? Sulla prestazione del QB quanto influisce la tenuta della linea e la capacità di ricezione dei ricevitori sulla statistica dei completati? Se tutto ciò è vero, come mai negli USA sta diventando sempre più maniacale l’utilizzo delle statistiche? Primo perché la pubblicità ha bisogno di testimonial per proporre i loro prodotti, per cui tendono ad enfatizzare alcuni dati, senza contestualizzarli. Secondo perché nelle statistiche americane, sapendolo fare si possono combinare i vari risultati ed arrivare a capire dove realmente un giocatore deve migliorare o dove una squadra è più vulnerabile. Per fare questo impiegano un grande numero di tecnici, sia grafici, che di computer che di gioco, ai quali noi non arriveremo mai. Inoltre tutta questa raccolta di dati ha dei costi esagerati probabilmente perfino per il nostro soccer. Noi preferiamo pensare che la fantasia europea, continuerà ha prevalere sulla tecnologia americana, non a caso il più grande coach, al quale ancora oggi è intitolato il Super Bowl è l’italiano Vince Lombardi e se andate a spulciare i cognomi di molti allenatori della NFL o delle squadre più forti dei college di cognomi di origine italiana, ne troverete tanti. Statistiche si, dunque, ma di supporto a quanto si vede e si analizza con l’esperienza e la conoscenza approfondita di questo sport. Statistiche di supporto alla strategia e al miglioramento delle varie fasi di gioco e non dati nudi per esaltare o mortificare qualche giocatore. (nella foto una delle addette statistiche dei rams insieme al capo magazziniere)