Secondo giorno
Ieri mattina come da programma ci siamo recati in Toscana per incontrare una persona che stimo ed alla quale ho proposto a nome dei Rams la candidatura al consiglio federale, che è stata accettata. Inoltre è stata l’occasione per far vedere a Mike una location per un prossimo camp per l’anno prossimo e per parlare un po’ tra noi. Molte le curiosità che ho cercato di soddisfare, ovviamente senza mai varcare la soglia del privato o senza mai cercare di metterlo in difficoltà. La sera abbiamo cominciato a parlare su come strutturare il camp e sui programmi off season che i ragazzi avrebbero dovuto fare. Mentre parlavo mi rendevo conto di come sia difficile per un americano accettare e capire cosa succeda in Italia. Come fargli capire che a scuola l’ora di ginnastica si fa prevalentemente in classe a parlare? Come può pensare che un ragazzo difficilmente affronta un programma di palestra e corsa che comincia diciassette settimane prima di andare in campo. Gli ho obbiettato che probabilmente quello è un programma per un professionista ma lui mi ha spiegato che la differenza tra un pro ed in giocatore di college o di High school sta nei carichi non nella durata o nelle ripetizioni. Ogni ragazzo sa che se vuole giocare quella è la strada. Ovviamente oltre alla parte prevalentemente atletica c’è anche in ogni programma degno di tale nome, una parte alimentare da rispettare e la voce alcool è bandita da qualsiasi programma. Si è vero dopo le partite ci si concede qualche volta una birra, qualche volta anche due, perfino tre, ma Mike ricordava che la loro qualità di birra contiene una percentuale di alcol massima di 3,5 gradi, non come le birre europee che ne hanno mediamente il doppio. Diciamo che la birra post partita è un po’ il far vedere che anche i giocatori di football non sono diversi dagli altri, che conoscono l’alcol e che il non consumarlo è una scelta per rispetto verso il loro corpo non un divieto senza scopo. Mike diceva che non avrebbe senso fare tanti sacrifici per perdere il controllo di se stessi danneggiando il proprio fegato ed il proprio fisico, per avere pochi minuti di euforia indotta. L’euforia un giocatore se la gusta in campo. L’opportunità ce la ha sta a lui prendersela o rinunciarvi per inseguire ogni volta quella finta che l’alcol regala, seppur a caro prezzo e per poco tempo.
Chi conosce il nostro Alfredo sa quanto questo discorso possa avergli fatto piacere, lui che nel lavoro e nella professionalità basa la fortuna di ogni sforza sportivo. Grande soddisfazione , da parte del nostro grande preparatore atletico, nel constatare che le sue tabella di preparazione, la sua programmazione, molto si avvicinava a quella dei pro. Io da tempo conoscevo il valore e la passione di Alfredo, per cui ero forse il meno stupito. Ora si tratterà di riuscire a conciliare l’esigenza di preparare fisico e mente per questo sport avendo a disposizione mentalità e disponibilità italiana ed è in questo che dovremo superarci. Per la parte più squisitamente tecnica credo che l’incontro di oggi a Tortona dove finalmente riuscirà ad esserci anche Randy, trattenuto dal lavoro, fino ad oggi, sarà la parte fondamentale. Il nostro play book è pronto. ma il nostro lavoro sui fondamentali è ancora lontano da quello che Randy e Mike ritengono il minimo sindacale. Qualcuno si chiederà perché ci incontriamo a Tortona? Perché a Tortona al Golf & Country Valcurone c’è uno dei migliori chef d’Italia: Massimo Salomoni. Se dovrò tacere sempre quando Randy e Mike parleranno di football, mi prenderò la mia rivincita quando Massimo mi illustrerà i suoi manicaretti, rigorosamente approvati anche da Alfredo, che ben conosce la differenza tra un buon ristorante e la cucina di un grande chef. Per la cronaca Massimo era la chef che incantò George Clooney quando una delle prime volta che venne in Italia si fermo a mangiare al golf di Menaggio dove allora lavorava Massimo. Gli piacque talmente tanto la sua cucina che prese casa a pochi passi da lui. Questo Massimo non lo dice, perché appartiene ai grandi uomini, quelli che sono come Mike, Randy che ovviamente sono modesti, ma quello che lui rappresenta in cucina, non ha niente a che invidiare a quello che loro rappresentano sul campo.