Non buttiamo via il bambino insieme all’acqua sporca

Da più parti mi è stato chiesto di scrivere contro qualcun altro e la cosa mi è molto dispiaciuta. Di tanta gente che lavora e si da fare si cerca solo di trovare i difetti e non si apprezza la buona volontà. Uno fa un regolamento di 60 pagine, lo si legge velocemente si va ha cercare l’errore, o presunto tale, e lo si attacca su quello. La cattiva politica ha contagiato purtroppo un modo di pensare e di ragionare. Vorrei per una volta che si cominciasse ad apprezzare il lavoro svolto positivamente, suggerendo di modificare gli errori semmai commessi. Questo farebbe si che non si buttasse via spesso il bambino con l’acqua sporca. Faccio un esempio: la FIF si fonda ad aprile quattro mesi dopo organizza e gestisce a COSTO ZERO per le squadre, due buoni campionato che permettono a molti ragazzi di avvicinarsi e praticare il nostro sport. La cosa non è così facile, credo che sia uno dei pochi campionato degli ultimi due anni in cui chi si è iscritto ha poi giocato tutte le partite del campionato. C’è stato un problema per la finale, problema non sollevato dalla organizzazione, ma da chi intempestivamente, voleva rifiutare chi gli stava organizzando la manifestazione, rifiutando perfino di far pervenire una lettera in cui accettava fino alla fine del campionato l’autorità di chi lo aveva organizzato. Non solo pretendevano dei premi senza chiedersi chi li avrebbe pagati, perché ne loro, ne i loro difensori, avevano sborsato un cent. Ebbene non uno ha riconosciuto il merito della organizzazione, ma ci si è buttati a capo fitto a criticare per il gusto di distruggere. Ora mi si dirà che il giovanile avendo poche squadre era facile da organizzare, ma anche questo non corrisponde a verità, perché altri hanno provato e hanno incontrato oggettive difficoltà: tempi improponibili, squadre che si iscrivevano e stilati i calendari non giocavano, senza che nessuna sanzione venisse presa nei loro confronti. Tutti questi sono fatti che ci addolorano. Nel football da molte parti c’è tanta gente che si impegna per passione e, come chiunque lavora, incontra molte difficoltà nel fare le cose e si adopera comunque per il meglio. Qualcuno che ha molto tempo libero anziché collaborare preferisce criticare e condannare. Noi preferiamo appartenere a chi fa, sapendo che facendo è più facile sbagliare, e sapendo che qualsiasi decisione non può mai accontentare tutti. Quello che ci impegniamo a fare è riuscire a dare ad ognuno le stesse possibilità, sapendo che questo deve essere l’unico metro da utilizzare. Per fortuna questo metro appartiene alla maggioranza dei dirigenti rimasti in F.I.F.. Per fortuna l’unica occupazione della Federazione è attualmente quella di lavorare per il futuro del nostro sport e della diffusione dello stesso, sapendo che le difficoltà che oggi hanno altri, domani potrebbero essere nostre e cercando di attrezzarsi per non trovarvisi in futuro nella stessa situazione. Lasciamo ad altri lo sport della critica continua, lasciamo ad altri l’acredine. Le nostre critiche passate erano su un modo non trasparente di impostare la gestione di una presunta federazione, modo che ad oggi è rimasto, ma che evidentemente è il modo scelto e condiviso da altri. Ora sarebbe inutile denunciare ciò che ad oggi risulta una scelta di altri, lo abbiamo fatto quando ritenevamo che non ne fossero informati, oggi se non lo sono è per negligenza. Noi vogliamo creare un organismo diverso, ma questo è il nostro modo di pensare e non obblighiamo nessuno a volerlo condividere, se qualcuno in futuro lo riterrà migliore sarà ben accetto, ma la sua scelta dovrà essere una scelta di filosofia e politica, non di convenienza. Lo sport ha dei costi e noi cerchiamo di lavorare per contenerli, ma la prima cosa per riuscirci è la serietà dei dirigenti ed il valore della parola data. Un “si” rispettato è un grande risparmio, per questo vogliamo persone la cui parola abbia un valore, per questo stiamo lavorando per aiutare i nostri dirigenti a dire dei “si” o dei “no” con cognizione di causa, ma avendo chiaro il principio che chi sbaglia paga.
Un ultima considerazione sulle premesse: la nostra piena e assoluta solidarietà va a Massimo Foglio recentemente attaccato per il suo metodo di fare le statistiche. Ricordo a chi lo ha attaccato che senza Carlo Riccardi non ci sarebbe mai stato Massimo Foglio, ma senza Massimo Foglio non ci sarebbero statistiche oggi in Italia. Tutto è criticabile, tutto e perfettibile ma io ringrazio Massimo per il lavoro fin qui svolto, e mi auguro di averlo al nostro interno con la sua competenza e passione in futuro.