Rispondiamo al Presidente dei Warriors
Egregio Presidente Benassi,
ho letto con attenzione quanto da lei scritto indirizzato a tutto il movimento del football americano in Italia e mi permetto di ringraziarla per quanto riconosce alla nostra dirigenza : “Un amministratore lungimirante gestisce le proprie attività non solo per garantirsi l’oggi, ma deve operare per dare continuità al proprio progetto, a volte anche apportando scelte drastiche ed impopolari, ma certamente con lo scopo di portare avanti un programma a più largo raggio (almeno 2/3 anni).!”. E’ esattamente quello che da un po’, insieme alle altre squadre della FIF a.s.d., stiamo cercando di fare. Tenere i costi al minimo, non solo quelli degli americani, che ovviamente non pensiamo neanche di prendere, ma i costi di burocrazia dando il massimo della fiducia ai nostri dirigenti, senza però perdere di vista la crescita tecnica dei nostri giocatori, organizzandogli magari camp a costi politici. Si caro Presidente abbiamo fatto scelte certamente impopolari, siamo costantemente insultati e derisi, ma siamo orgogliosi di dirle che abbiamo sempre pagato regolarmente e per tempo, senza fare i furbi, senza dare assegni scoperti e senza farci inseguire dai fornitori. Per quanto riguarda il reclutamento, sono anni che andiamo nelle scuole e negli oratori non solo per reclutare nuovi adepti, ma anche e soprattutto per far conoscere l’esistenza del nostro sport. La sua proposta di considerare anno zero del football il duemila quattordici, mi scusi ma ci fa sorridere. Sa quante volte abbiamo sentito parlare di anno zero del football? Fino a quando non si interverrà sui costi saremo sempre ciclicamente a parlare di anno zero. Le sembra possibile pagare gli arbitri quello che lei paga? Le sembra possibile schedulare il campionato con spese di trasferte enormi e con durate bibliche? Provi a guardare il suo bilancio, tolga pure la voce americani, le rimarranno comunque oltre sessantamila euro di spesa e, mi creda, per il football anche ai massimi livelli, sono spese che non si possono sopportare, se non andando a prenderli per la maggior parte ai giocatori, sempre che si vogliano fare le cose in maniera corretta. Per quanto riguarda lo spettacolo poi provi a guardare la partita dei Bills, delle Aquile, quelle dei Barbari o dei Giaguari, non quando incontrano squadre improvvisate, ma quando giocano con squadre che stanno seguendo anche loro un progetto e si accorgerà del buon livello di gioco anche senza americani. Questo sport è di per se stesso spettacolo a condizione che chi va in campo, sia in numero necessario, e non in numero minimo pur di iscrivere una squadra in più, e che chi gioca sappia cosa deve fare, perché qualcuno di preparato gli e lo abbia insegnato. Noi comunque non possiamo che farle un grande in bocca al lupo per il suo anno zero, ma non possiamo che continuare con il nostro progetto ormai giunto al quarto anno, senza debiti anche se con scelte impopolari come giustamente ha sottolineato lei.
Paolo Crosti
Presidente Rams Milano AFT a.s.d