L’importante è giocare, o no?

Quante volte mi sono sentito rispondere cosi davanti a problemi generali di football. Quel ragazzo fa uso di sostanze anabolizzanti parlategli? Boh non è un problema mio, l’importante è giocare. Quell’allenatore ha fatto cose eticamente scorrette, si lo so è sbagliato, ma non è un problema mio, l’importante è giocare. Quella squadra non si sa come fa a prendere i soldi che spende? Non è un problema mio l’importante è giocare. Quando riportiamo questa filosofia di pensiero dal football alla vita, abbiamo episodi quali quelli degli ultimi giorni. Stanno picchiando una donna? Non è un problema mio, l’importante è vivere. Ho visto tutto ma non andrò a testimoniare perché la cosa non mi riguarda direttamente. Ecco, fin che le persone non capiranno che tutto quando succede intorno a noi ci riguarda, sarà difficile cambiare la situazione attuale del football, ma soprattutto sarà difficile tornare ad una società civile. Come ho sempre sostenuto, c’è un legame stretto tra quanto succede nelle federazioni e nei campi da gioco e la vita. Noi insegniamo ai ragazzi il senso di appartenenza ad una società e ad una federazione in base a valori che riteniamo sacrosanti ed è questo che speriamo che un giorno prevalga. I dirigenti scelgono le federazioni in base alla propria convenienza, o a quelli della propria società. Sono stufo di persone che mi scrivono o si dichiarano favorevoli al nostro progetto, ma che non hanno il coraggio di seguire la strada per affermarlo e sottostanno a situazioni non chiare. Campionati in cui si incontrano formazioni numericamente più adatte al calcio che non al football, solita raccolta di giocatori da squadre smembrate, si perché c’è una differenza tra chi ospita alcuni giocatori di squadre limitrofe per permettergli di fare esperienza, gesto nobile, e chi ... More

Le statistiche: impariamo a leggerle

E’ stato pubblicato ieri sul sito della Federazione Italiana football Americano, un interessante articolo a firma Fabrizio Cupellini, il responsabile per la segreteria dei contatti con NCAA e AFCA, su l’importanza e come leggere le statistiche nel football. Oggi tutto viene letto, analizzato, sezionato per riportare sempre più a schemi matematici una partita. Noi, pur tenendo in debito conto le statistiche, preferiamo leggerle sapendo che, pur essendo la statistica una scienza, la lettura dei dati è un concetto totalmente discrezionale ed interpretativo e come tale non matematico. Vorrei farvi un esempio: nelle statistiche che saranno pubblicate oggi troverete un ottimo Stefano Truzzi autore di 5 sack, se non un record, molto vicino ad esserlo. Ora senza nulla levare a Stefano, ottima la sua prestazione, sicuramente tale merito è da condividere con i defensive back che marcando i ricevitori hanno costretto il QB a tenere la palla in mano e ai suoi compagni di reparto che, chiudendo la strada allo steso, lo hanno spinto verso Stefano, molto bravo a non farselo scappare. Un altro esempio? Sulla prestazione del QB quanto influisce la tenuta della linea e la capacità di ricezione dei ricevitori sulla statistica dei completati? Se tutto ciò è vero, come mai negli USA sta diventando sempre più maniacale l’utilizzo delle statistiche? Primo perché la pubblicità ha bisogno di testimonial per proporre i loro prodotti, per cui tendono ad enfatizzare alcuni dati, senza contestualizzarli. Secondo perché nelle statistiche americane, sapendolo fare si possono combinare i vari risultati ed arrivare a capire dove realmente un giocatore deve migliorare o dove una squadra è più vulnerabile. Per fare questo impiegano un grande ... More