Esiste un etica nel football americano?

Prima che rispondiate a questa domanda sarà meglio definire cosa è l’etica. Faccio un copia ed incolla: “L'etica (dal greco antico εθος (o ήθος)[1], èthos, "carattere", "comportamento", "costume", "consuetudine") è quella branca della filosofia che studia i fondamenti oggettivi e razionali che permettono di assegnare ai comportamenti umani uno status deontico ovvero distinguerli in buoni, giusti, o moralmente leciti, rispetto ai comportamenti ritenuti cattivi o moralmente inappropriati. L'etica può anche essere definita come la ricerca di uno o più criteri che consentano all'individuo di gestire adeguatamente la propria libertà nel rispetto degli altri.”. Dopo aver definito cosa è l’etica vi espongo dei fatti. C’è una squadra a Novara costruita e voluta con molti sacrifici da una dirigenza capace, talmente capace che quando capisce che non è in grado per organico o organizzazione di fare un campionato, preferisce anziché fare qualcosa di raffazzonato fermarsi, organizzarsi e ripartire, ovviamente senza rinnegare i principi che la avevano portata a scegliere un modo di fare sport. Durante la fase di organizzazione trova un allenatore che collabora e si integra nel gruppo. Bene cosa succede a questo punto? Poco prima che i Lancieri, questa la squadra in questione, comincino il campionato, la dirigenza di una squadra appartenente ad altra federazione pensa bene di chiamare direttamente il coach in questione , gli offre dei soldi, che ovviamente i Lancieri non potevano pagare, e si appropria dell’allenatore. Tutto questo è eticamente corretto? Tutto questo dimostra l’amore per il football e la grande voglia... More

Perché siamo ottimisti sulla FIF.

Qualcuno oggi vorrebbe vedere la FIF come una federazione in crisi, io sono convinto che la federazione non solo è quella che ha tracciato la linea poi sposata anche da altri, ma ha anche posato fondamenta solide per il futuro. Cominciamo da una delle più grandi divisioni tra le due rappresentanti delle squadre: la FIF sosteneva campionati a divisioni e diviso tra nord e sud, la FIDAF voleva il campionato nazionale tutti contro tutti. Come è finita, la FIF dopo una parentesi nell’ultimo campionato, da noi non condivisa, ha perso le due squadre che più di tutte le altre avevano voluto quel campionato.La Fidaf è ora ridotta a campionati cittadini, non avendo la forza economica per dividere in gironi diversi le tre squadre milanesi o romane. Un bel cambiamento di rotta. I prezzi? Grazie alla nostra politica, la Fidaf è costretta a cercare di tenere i prezzi bassi, per lo meno dove la concorrenza esiste. Certo la sua non è una scelta ideologica , ma un tentativo di resistere ad una federazione che amministrando bene i pochi soldi, con molti sacrifici dei propri dirigenti nazionali che non godono di alcun rimborso, riesce a far si che le squadre paghino poco per ottenere molto Ovviamente le squadre FIF hanno impegni che quelle FIDAF non hanno o non avevano, ma anche qui stanno cominciando a copiare le nostre scelte. L’obbligo a fornire arbitri, per esempio, sebbene per i campionati minori, ci sembra una mossa copiata della quale siamo felici. Forse smetteranno di chiamare i nostri arbitri offrendogli più soldi. Ci sono ancora molte cose sconosciute ai più, tipo l’obbligo di versare una parte cospicua delle quote pagate dagli sponsor alla FIDAF se una squadra passa in televisione, norma poco applicata per ora, ma pretesa e firmata dai dirigenti delle squadre, anche se spesso senza rendersene conto. Questo è un altro dei punti che spero la FIDAF voglia copiare velocemente: la formazione dei dirigenti. Già l’anno scorso grazie all’ottimo lavoro svolto dal Dott. Enzo Uliano e all’avv. Petit si sono tenuti i primi due corsi, su come reperire sponsor, come procedere per formare una associazione dilettantistica sportiva, come salvaguardare il proprio marchio , come amministrare la propria società seguendo le normative e cercando di spendere il meno possibile e come comportarsi correttamente... More