Non nasconderemo niente

Da quando ho l’età della ragione c’è qualcuno che ha provato a strumentalizzarmi, erano i famigerati anni 60, e i problemi erano molto seri, l’Italia viveva la teoria degli opposti estremismi e qualcuno continuava a guadagnare nel mettere i giovano gli uni contro gli altri. Non appena fini la violenza e si cominciò a dialogare, i partiti che su quella strategia avevano campato si dissolsero. Ora tutti cercano di copiare quella strategia ed io la ritrovo in molti campi, purtroppo perfino nello sport. Perché tutto questo si verifichi la cosa importante è trovare un episodio farlo diventare fondamentale e su quello scagliare il dibattito, cosi da nascondere le verità scottanti e fare quello che si vuole. Due anni fa l’episodio fu quanti americani schierare e l’utilizzo dei media, con quella scusa si divise la Fiaf, poi l’episodio fu la finale under 21 e con quello si attacco una parte, si focalizzò l’attenzione e si continuò e si continua a fare i propi comodi. L’errore è quello di considerare i giovani d’oggi alla stregua dei ragazzi degli anni 60. I giovani di oggi sono più svegli ed hanno imparato a guardare i contenuti. Qualcuno che si fa trascinare in stupide polemiche c’è ancora, ma la maggior parte è attenta ai fatti. Chi non se ne rende conto sono alcuni dirigenti che cercano di sollevare polvere. I nodi stanno venendo al pettine. Chi sta lavorando e lavora sodo, fregandosene delle polemiche comincia ad ottenere risultati. Quelli che per coerenza e non per fare un dispetto, chiesero di non fare la finale under 21, sono gli stessi che oggi si inventano la diminuzione del costo dei campionati, l’aiuto concreto attraverso anche il programma di tutorial, alle squadre giovani, l’organizzazione e la realizzazione a costi ridicoli dei camp per i giocatori, con personale altamente qualificato, gli stessi che le regole le fanno ascoltando l’esigenze delle squadre e dei giocatori, gli stessi che considerano gli arbitri una parte fondamentale del football, infine gli stessi che non hanno paura di far sapere quando hanno una assemblea, di che cosa hanno discusso e chi ha detto cosa, perché anche se sbagliano, anche se discutono è opinione condivisa che il motore che li spinge non è l’arricchimento economico personale, non è il cercare gratificazioni che nella vita normale gli sono state negate, ma la passione per uno sport dal quale hanno ricevuto molto e al quale devono la loro formazione caratteriale, verso il quale hanno contratto l’obbligo di permettere a tanti altri di poter vivere le stesse emozioni. Quegli obblighi che hanno fatto si che persone adulte e capaci accettassero senza discutere la decisione del loro Presidente che li esponeva alla berlina, ma amare questo sport vuol dire anche sapere per cosa si sta lavorando ed i valori che vogliamo portare avanti sono sicuramente superiori alla mera soddisfazione personale. Non darò modo a nessuno di utilizzare quella decisione che ho spinto ad assumere al Consiglio Federale per delegittimare tutto quanto quelle persone stanno facendo di buono per il football. Quella decisione io la ho voluta e la ho condivisa, arrivo quasi a dire che la ho imposta, qualcuno la ha modificata, bene ha fatto, io ho ubbidito. Viene più facile scagliarsi contro chi decide, bravi io sono abituato a decidere. Adesso sapete che dovrete trovare altri argomenti per dividere i giocatori, ma nel frattempo sappiate che i giocatori non sono stupidi, sappiate che per rappresentarli non basta chiedergli dei soldi, che chi voleva pubblicare i resoconti delle assemblee non può sparire e far finta di niente, chi urlava alla rappresentanza e alla partecipazione non può dileguarsi. Noi non faremo polemica andremo avanti a lavorare, nella speranza che anche nello sport un giorno vicino si comincia dialogare superando le polemiche che qualcuno ad arte vuole insinuare.