Facciamo una diagnosi poi cercheremo la terapia
Il football è malato, il football è in crisi, ma quale è la sua malattia. Credo che per trovare una efficace terapia bisogna prima fare una diagnosi e capire quali sono i sintomi e dalla analisi di questo le cause. Una volta fatta la diagnosi credo che sarà più facile fare delle ipotesi di terapia. Mi piacerebbe che in questo percorso ci fosse qualcuno che ci dice anche il suo punto di vista, lasciando però a parte offese e tutto ciò che prescinde da un ragionamento generale. Come sempre nel forum nella sezione Parla coi Rams è possibile farlo, basta registrarsi.
Veniamo ora alla prima analisi che prescinderà dalle federazioni.
Uno dei problemi che da sempre ha assillato il F.A. è quello dei costi, molto alti soprattutto nella fase di formazione di una squadra, quando si devono comprare attrezzature e divise.
Un altro problema è quello di reperire giocatori, infatti quasi tutte le squadre partono da un piccolo gruppetto di dieci, quindici appassionati, che dopo una effimera crescita iniziale, normalmente perdono pezzi e non riescono a sviluppare a dovere il programma di scouting.
Altra difficoltà oggi è sia la parte burocratica amministrativa, sia i rapporti con le istituzioni, sia il reperimento dei campi da allenamento, che dei campi da gioco.
Problema, a mio avviso enorme, è la difficoltà di reperire dirigenti di società che affrontino l’impegno della squadra con grande professionalità e con la stessa serietà con cui si affronta la gestione di una azienda, e che riescano a capire come una società non sia che un tassello di una cosa molto più grande e che solo dalla sua corretta gestione, la cosa più grande può stare in piedi.
Ultimo ma sicuramente non ultimo il problema della formazione tecnica ed atletica dei giocatori.
Credo che una delle cose che, specie ultimamente è mancata nel football italiano sia una scuola di fondamentali, una sorta di preparazione fisica, mentale e psichica a quelle che sono le caratteristiche che un giocatore di football deve avere.
Questo per quanto riguarda le difficoltà di formazione di una squadra. Consci di queste difficoltà, si forma ugualmente una squadra, poi un’altra, poi un’altra ancora. Cerchiamo ora di ipotizzare un percorso che si dovrebbe aver compiuto, e cerchiamo di capire dove questo è stato sbagliato o come semplicemente si potrebbe fare.
Nate, come visto con le difficoltà che abbiamo annunciato, le squadre si costituiscono in una associazione e memori della loro esperienza cercano di fare delle regole che aiutino le società a nascere e crescere cercando di aiutarle a superare le difficoltà che loro stessi avevano trovato, e cominciano ad affrontare nuove difficoltà. Primo la formazione di una classe arbitrale, secondo la difficoltà di costi di trasferte se le squadre non sono tutte vicine, terzo la necessità di tesseramenti regolari, quarto un nuovo aumento dei costi perché una associazione comporta comunque dei costi, sede, telefono, assemblee, giudici ecc., quarto il reperimento di persone che comincino a gestire questo fenomeno, con mentalità manageriale.
Questa è la storia di questo sport simile a quella di tanti altri, come fini la prima volta lo so bene vi partecipai attivamente e non fu neanche cosi difficile, tutto quello che oggi appare prioritario nell’analisi fatta non compare. Nessuno allora si pose il problema inizialmente di andare per televisione, ma ci andammo perché avevamo creato un seguito, nessuno si pose il problema di andare sui giornali, ma ci andammo perché avevamo creato un bacino di utenza e editori attenti investirono, non ci ponemmo il problema di entrare nel Coni, ma fu il Coni che venne a cercarci perché diecimila tesserati gli facevano gola. Tutte queste cose furono conseguenze, non obbiettivi.
L’obbiettivo era giocare, diffondere il football il più possibile perché questo era il nostro unico scopo. Trent’anni sono passati e sono convinto che lo scopo è rimasto tale per tanti dei nostri ragazzi. Oggi dovrebbero avere la fortuna di tanta gente che un tempo era come loro, che avendo fatto esperienza riesce a rendere più agevole il loro percorso, e da dirigenti oggi sapendo cosa non funzionava corregge gli errori. Purtroppo non è stato così, be cominciamo a capire quale dovrà essere il percorso. Ci rifletteremo e continueremo questa nostra esposizione, spero di leggere anche qualche vostra osservazione.