Sport pulito un impegno di tutti.

Continuiamo nel ragionamento iniziato ieri. Secondo noi lo sport dovrebbe essere un diritto di tutti i ragazzi italiani, in quanto è uno dei sistemi educativi più facili da attuare. Se insegnare ad arrivare puntuali a scuola non sempre è cosi facile, basta che un allenatore dica gioca chi arriva puntuale per riuscire a fare dei miracoli. Ovviamente perché questo sia possibile l’allenatore deve poter applicare queste regole anche se chi arriva in ritardo è il giocatore più forte della squadra. Se riuscissimo per un periodo di tempo a far si che venissero premiati i valori che lo sport dovrebbe avere in se stesso, se riuscissimo ha obbligare gli scontati commentatori sportivi, non certo giornalisti, a parlare di sport vero, lo sport per il quale si definisce fallo un gesto scorretto, che non deve essere demonizzato, ma nemmeno giustificato, e anzi ogni giustificazione che i commentatori danno, sono per uno sportivo delle aggravanti. Fallo di esperienza, vuol dire utilizzo in maniera volontaria e fraudolenta una norma che il regolamento aveva inserito nel caso provocassi involontariamente un danno. Non c’è un fallo di esperienza c’è un comportamento anti sportivo. Il dire visto che i giocatori non hanno protestato probabilmente il fallo non c’è ,è criminale. I giocatori sono in campo per giocare e devono accettare quello che l’arbitro vede ed un arbitro deve giudicare in base a ciò che ha visto non a quanto protestano i giocatori. Chi simula un fallo offende lo sport, non fa una furbizia. La slealtà deve essere sempre punita. Maradona aveva talento ma se gli avessero insegnato che i goal non si fanno con le mani a calcio e tutti avessero stigmatizzato e condannato quel comportamento probabilmente lo avrebbero aiutato a non drogarsi. Il messaggio doveva e deve essere che non viene premiato chi vince ad ogni costo ma chi vince lealmente perché è più bravo e che se anche non vince ma si comporta correttamente impegnandosi al massimo, è comunque un vincente. Non si ricorda nessuna competizione in cui lo sconfitto non avesse impegnato allo spasimo il vincitore. Pensate alla famosa partita Italia Germania, la si ricorda con piacere e fu avvincente perché ambedue potevano vincere, il gran premio d’Olanda di moto Gp, di settimana scorsa, è piaciuto perché c’erano due grandi piloti a contendersi il titolo, dalla forza dello sconfitto si ricorda la tenacia, il coraggio e l’abilità del vincitore. Fatte queste premesse ci piacerebbe che gli sportivi cominciassero a fischiare i giocatori sleali, a non comprare più i giornali che non stigmatizzano comportamenti diseducativi, non si combatte la droga e la delinquenza esaltando i disonesti ma condannandoli con decisione. I nostri ragazzi cominceranno a capire che esistono delle regole e che chi vive senza rispettarle fa un danno a se stesso e a tutta la società. Più uno diventa conosciuto più ha questo dovere. Gli allenatori, i media e gli sportivi dovrebbero essere li a controllare che questo succeda. Un giocatore gioca a rugby, a football americano o fa qualsiasi altro sport, perché condivide dei valori e per dimostrare a se stesso, prima che agli altri il piacere di sacrificarsi per i compagni di squadra e per la propria maglia, nello stesso modo in cui la nostra polizia e i nostri carabinieri, gli impiegati, gli operai i manager dovrebbero svolgere il loro compito per rispettare dei valori e si dovrebbero sacrificare per il bene della società impegnandosi quotidianamente. Se riusciremo a trasmettere e mettere i valori al posto dei soldi come stimolo, incentivo per fare tutti meglio, vivremo in una società migliore. Se cominciassimo a dire che i soldi della pubblicità saremmo più felici che fossero impegnati per garantire lo sport a tutti i nostri ragazz,i al posto che lo stipendio di Ronaldo, Kaka o chi per esso forse avremmo fatto un grande passo verso una nazione più civile, se cominciassimo a premiare le aziende che si muovono in questo senso osteggiando quelle che strapagano testimonial che giocheranno anche bene, ma impiegano il resto del tempo libero a far tardi in discoteca o a farsi fotografare con la ragazza di turno, avremmo tutti insieme fatto qualcosa per migliorare non solo il nostro sport ma il nostro vivere. La nostra idea è che il dire oggi, figurati cosa vuoi che contiamo noi se non lo fanno quelli grossi è la dimostrazione lampante di quanti danni ha fatto quel tipo di cultura. Lo sport deve insegnare che nulla è invincibile, che anche la maratona, o qualsiasi competizione comincia sempre dal primo passo e se quello è giusto avremo buone possibilità che lo sia anche il secondo e cos’ via fino a vincerla la nostra competizione o quantomeno a finirla nei migliore dei modi. I perdenti cercano scuse i vincenti fanno, questo ci deve insegnare lo sport. Con questa idea abbiamo riunito i Rams con queste idee porteremo avanti la nostra battaglia, stiamo cercando uno o più sponsor oltre che atleti e dirigenti che la vogliano condividere, la nostra pallina di neve sta già rotolando se riusciremo a crescere piano, piano potremmo diventare una valanga se resteremo soli e arriveremo a valle piccoli, ci avremo provato e comunque ne sarà valsa la pena.