Mettiamo l'uomo al centro non il profitto

Questa mattina stavo riflettendo su una notizia: la bocciatura scolastica di un nostro giocatore. Ad inizio stagione l’anno scorso suo padre venne da me e scusandosi mi spiegava che dovendo il figlio impegnarsi di più negli studi, per questa stagione non lo avrebbe mandato ad allenarsi e a giocare.
Mi venne in mente che io che non ero proprio uno di quelli che si ammazzava sui libri ebbi una forte accelerazione scolastica proprio quando cominciai a giocare a football con costanza e serietà. Mi è venuto in mente il mio cane, un mastino napoletano, tutti gli etologi e la mia esperienza, ho avuto mastini per trent’anni, mi suggeriscono di insegnare al cane il corretto comportamento giocando. Se pensiamo ad un leone, ad una tigre, apprendono l’arte della lotta e della caccia giocando. Ogni specie animale insegna e tramanda il proprio sapere giocando. Noi italiani, o meglio europei, siamo tra i pochi che riteniamo tempo perso il giocare e puntiamo sullo studio. Per carità, nessuno sarà mai utile agli altri se non affinerà le sue basi studiando, ma come studiare, come concentrarsi, come non perdere tempo lo si impara giocando. Oggi ci sono facoltà in cui si insegna ad ottimizzare il tempo, chiedetelo ad un coach, quando ha 1,38 sul cronometro alla fine della partita ed è sotto di sei punti e la sua squadra ha la palla in mano, come si fa ad ottimizzare il tempo.
Per carità questa mia riflessione è la scoperta dell’acqua calda, pochi mesi fa la Professoressa Muzio, ex azzurra di nuoto, oggi docente di psicosport insieme ad un uomo che una nazione civile ha messo nella Hall of fame, ma che l’Italia non ha ancora fatto senatore a vita, quale Sandro Gamba, mi avevano tenuto una lezione spiegando a me a ad alcuni miei amici, chiamati dai Rams al corso, tutte le similitudini che quotidianamente ci sono tra lo sport e la vita lavorativa di un manager. La soddisfazione nel vedere tanti affermati professionisti entusiasti da quanto stavano apprendendo, mi ha ripagato di tante occhiate di sufficienza di gente conosciuta che mi guardava come un saltimbanco perché dedicavo tanto tempo al football americano. Oggi mi viene in mente una domanda: se foste in grave difficoltà su un’isola sconosciuta chi vorreste avere di fianco l’ex factotum di Medio Banca Cuccia o coach Gamba? Di chi vi fidereste di più, di chi ha saputo prendere dodici ragazzi e portarli a trionfi insperati contro nazionali fortissime, di chi quando aveva l’età per giocare ha sempre guidato la propria squadra con grinta e lealtà assumendosene tute le responsabilità, o di chi, chiuso nella stanza dei bottoni ha mosso e diretto la finanza italiana con accordi segreti con patti non totalmente trasparenti? La risposta sarebbe facile, ma l’obiezione sarebbe che se invece avessi una fabbrica in difficoltà molti chiamerebbero Cuccia e non Gamba. Qui sta l’errore. Io chiamerei ancora Sandro Gamba, perché probabilmente guadagnerei di meno, ma lo farei sicuramente in maniera trasparente, fidelizzando i miei collaboratori, facendo crescere i dipendenti più capaci, comincerei a produrre senza inquinare, insomma mettendo l’uomo al centro e non il profitto. Dove ho già sentito questa frase… eppure l’hanno detta recentemente. Ma torniamo al discorso di prima, pensiamo a Berlusconi, Agnelli tutti si affannavano a dire che erano loro i veri allenatori della squadra di calcio di riferimento, che nessuno mi venga a dire che sono due uomini che si sono ammazzati sui libri fino a quarant’anni. No, la loro capacità la loro abilità veniva proprio dal fatto che fino a quarant’anni o giù di li avevano giocato, erano stati in mezzo alla gente, l’avevano conosciuta. Attenzione le regole stanno alla base di qualsiasi gioco, conoscendo le regole si può giocare, per cui per giocare bisogna conoscere le regole, ma poi sarà la nostra capacità, la nostra fantasia il nostro allenamento che ci farà riuscire o meno nello sport come nella vita. Lo sport ci insegnerà ha rispettare l’avversario, ha rispettare i collaboratori, ha capire che non c’è un padrone e un dipendente, ma una squadra, alla faccia di Carlo Marx, e che alcune volte per il bene della squadra si può perdere una partita ed altre volte per il bene della squadra si deve sacrificare un giocatore, ma questo è lo sport e questa è la vita. Non aspettate di avere quarant’anni o più per capire che bisogna mettere l’uomo, la squadra e non il profitto al centro. Dove ho già sentito questa frase… .Mandate i vostri figli a fare sport, fateglielo fare in maniera seria, continuativa ma ricordandovi che è un gioco che deve DIVERTENDO insegnare a stare al mondo esattamente come fa tutto il regno animale. Vostro figlio varrà più del vostro cane. Nessuno di voi riuscirà mai ad insegnare ad un cane se non utilizzate il gioco per farlo apprendere. Lo avete sentito molte volte alla domanda come fanno i cani antidroga a trovare la droga? Il cinofilo di turno ha risposto giocando, ha aggiunto per il cane è un gioco. Vostro figlio deve invece imparare rincoglionendosi. Poi guardiamo Attimo Fuggente o il Paradiso può attendere e pensiamo come sarebbe bello se mettessimo al centro l’uomo e non il profitto. Dove o già sentito questa frase….