Onorato perfino di guardarlo un Bowl

Egregio Signor Li Volsi,
vede il problema sta qui nella sua domanda. Lei Mi chiede perché un arbitro dovrebbe sentirsi onorato di arbitrare un Bowl? Sarebbe come chiedere ad un giocatore perché dovrebbe sentirsi onorato di giocare in nazionale. Per carità è un pensiero che ormai si sta diffondendo, specie nello sport professionistico, ma non solo nello sport. Oggi i giocatori vogliono parecchi soldi per fare quello che noi paghiamo per fare, lei provi ad invitare un calciatore, una velina alla sagra del tartufo e vedrà quanto le chiedono per venire a mangiare quello che gli altri pagano profumatamente. Nel nostro mondo è sempre stato diverso, qui sono arrivati dei pazzi, professionisti affermati, che si sono sentiti onorati di giocare, organizzare impostare una casa per tutti quelli che stufi di pesare gli uomini per che cognome portavano o per quanti soldi avevano, si erano innamorati di uno sport in cui normalmente i raccomandati stavano in panchina. Si figuri che io da subito e ci sono giornali che lo testimoniano, mi inventai i soprannomi, per non far neanche sapere chi era il padre di questo o di quello, e così facendo sono riuscito a portare a giocare il figlio del proprietario della prima banca di investimento privata Svizzera, insieme a chi per sfortuna, in quel momento era disoccupato e non avendo i soldi della palestra si accontentava di spostare i mobili di casa. Ambedue si sentivano onorati, non di giocare un Bowl, badi bene, ma di allenarsi nel football americano. Lei dice e parla a nome di tante persone cercando di coinvolgerle in quello che è il suo pensiero, io non credo che le abbia consultate, molte di quelle che conosco io di chilometri ne hanno fatti a iosa e non solo, pensi che ogni mercoledì, si trovavano al Vigorelli per portare i referti, scambiarsi opinioni e ricevere le nuove convocazioni, non ho mai avuta discussioni sui soldi con loro, su molti altri argomenti si, ma era divertente mirato alla crescita di entrambi e nel rispetto reciproco. Se avessi avuta una yarda per ogni insulto che ho preso sui campi da gioco avrei il record assoluto di yards corse, ma questo non ha fermato la mia passione. Passione che mi porta stamattina ad alzarmi alle cinque per avere il tempo di risponderle, visto che ho un appuntamento alle 8 e visto che non voglio che la sua cortese lettera non abbia una pronta risposta. Non voglio entrare nel merito del perché lei faccia 2000 km in un w.e. avendo a disposizione 30 arbitri, perché questo ci era stato garantito, ed avendo avuto solo quattro arbitri ad alcune partite, non voglio neanche sapere quanto COSTA a me ogni chilometro che faccio, preferisco ignorarlo ed andare avanti, perché vede ci sono delle cose che non si possono rimborsare, ne comprare, ci sono delle sensazioni che solo chi ha la fortuna di viverle può apprezzare appieno. Io ho avuto la fortuna di essere tra quelli che dopo venticinque anni è riuscito a convincere una federazione, in questo caso la FIF, a fare due conference Nord e Sud ed un Bowl tra le due vincenti. Non le dico la gioia che ho provato quando sono entrato sul campo di Napoli, gioia malgrado la mia squadra sia stata ad un passo per andare a giocare su quel campo, ma la soddisfazione nel vedere l’organizzazione dei ragazzi di Napoli, la loro passione, il coronamento del loro sogno al quale la FIF aveva contribuito, ed io in piccola parte avendo lanciato e perorato l’idea, come consulente che non vuole assumersi responsabilità badi bene, era tale che il viaggio fino a Napoli, la lite con mia moglie per l’ennesimo w.e. fuori casa per il football e tutto il resto è passato in secondo ordine. Ero onorato di aver assistito alla dimostrazione che c’è ancora tanto da fare nel nostro meridione e che non possiamo non aiutare quei ragazzi. Adesso pare che la mia idea delle due conference nord, sud e divisioni macro regionali sia l’uovo di Colombo, ma pensi il football americano quest’anno è stato il primo sport in Italia ad arrivare ad una finale Nord Sud ed io c’ero, ed anche lei. La differenza che io ne ero onorato lei non sa perché avrebbe dovuto essere là, se là ci fosse stato. Mi creda signor Li Volsi io con il mio redazionale non offendo nessuno se non chi pensava di arrotondare con l’arbitraggio. Troppo il mio rispetto verso gli arbitri con i quali mi sono confrontato per trent’anni e ai quali lei vuole, con mossa furba accomunarsi. No quelli che conosco io, che stimo, con i quali ho anche discusso nel rispetto reciproco, non sono stati offesi dal mio scritto, sono troppo intelligenti per abboccare. Le dirò alcuni mi hanno scritto dicendomi che non sapevano di questa differenza di trattamento, altri rooky, mi hanno detto che assolutamente loro non avevano chiesto niente, non pubblico le loro letter in quanto non autorizzato. Mi creda signor Li Volsi lei non sa perché dovrebbe essere onorato, molti altri lo sanno e quando scrive a nome di altri si assicuri che questi altri la pensino come lei, perche a me non risulta. Le auguro che un giorno possa capire in quale mondo è entrato, cosa ha l’onore di arbitrare anche se non è un Bowl. Forse quest’anno non era così gratificante arbitrare i Bowl non essendo stati scelti gli arbitri da commissioni che lei reputa preparate,? Se così fosse sarebbe più accettabile il suo punto di vista, ma resterebbe un onore, magari immeritato, ma pur sempre un onore.