Che bello è anche perdere, ma lealmente

Non avrei voluto parlare della rappresentativa Fidaf che scorrettamente viene chiamata nazionale italiana, quando chi di dovere sa che non può farlo, e che dovrebbe chiamarsi All Star Fidaf o selezione Fidaf, ma fa niente, quello che trovo grave sono le incongruenze e le furbate. Tutti quelli che conosco e che ho conosciuto come persone di football non hanno fatto che ricordarmi di come sia bello lo sport di squadre, di quanto sia piacevole l’allenarsi e il soffrire insieme per conquistare qualcosa di comune. Bene tutti questi grandi discorsi portano a fare numerosi raduni di giocatori al fine di selezionare i migliori, raduni ovviamente e giustamente a spese dei giocatori, giocare nella selezione è un onore. Fatte queste doverose premesse che sottoscrivo e condivido che cosa pensa lo staff della selezione, ricorrendo alle più becere furbate degne del calcio scommesse, della truffa dei passaporti del basket, attingendo cioè a tutto quello che a parole il football dovrebbe combattere, convoca tre oriundi che nessuno della stragrande maggioranza dei giocatori ha mai visto e li schiera nella selezione, e non in posti di rincalzo, no una addirittura come quarterback partente. Bene, per fortuna il Dio dello sport ha fatto giustizia e la selezione basato sui principi negativi dello sport, sulle furbate, sulle squalifiche serali ma non diurne dei propri dirigenti, cosi che potessero essere presenti alle trasferte ha fatto una brutta figura. Spiace per i ragazzi che hanno sacrificato le ferie, spiace per quelli che hanno creduto nei principi enunciati, spiace in tutti per tutti quelli che erroneamente crederanno che il football non è ,ne più ,ne meno che come gli altri sport coinvolti nelle porcherie di quartiere. Indigna che tali comportamenti vengano fatti passare per italiani. Io sono orgoglioso ed onorato di appartenere al popolo italiano, ma mi vergogno di chi pensa di piegare i principi, le leggi, le sentenze a proprio uso e consumo. Questi comportamenti se pur leciti urlano giustizia da un punto di vista etico. Se potevamo comunque essere orgogliosi della nazionale che tornò sconfitta dalla Russia teniamo a precisare e sottolineare la nostra distanza dalla rappresentativa Fidaf che niente ha a che spartire con il nostro modo di concepire lo sport ed il football americano in particolare. Speravamo che le intenzioni di finire con una selezione “correttamente politica” fossero vere abbiamo assistito al richiamo degli oriundi, mi ricordo il disprezzo che provai per il calcio quando schierarono in nazionale Omar Sivori, facendolo passare e potendolom fare, per oriundo, e stiamo parlando di Omar Sivori, oggi ho assistito alla stessa furbata per schierare un nessuno a qb. Peccato un’altra occasione è stata persa per dimostrare che l’Italia non è solo quella del calcio, del doping, dello scandalo scommesse, ma è anche quella di ragazzi che a loro spese si sacrificano e gioiscano nel vedere loro coetanei crescere e giocare per e con loro. Hanno perso, ma non sul campo, hanno perso ancora prima di cominciare, piegando delle regole ai loro interessi ed andando contro agli interessi dei loro ragazzi. Se proprio dovevate chiamare qualche prezzolato avrei chiamato Joe Montana, che sicuramente qualche parente italico lo avrà avuto, ma forse uno come lui avrebbe avuto rispetto per questo sport e lasciato giocare chi si era allenato con i compagni per una stagione e non per pochi giorni e all’ultimo momento. Questione di stile e di lealtà.