Mack Brown che personaggio

Se dici che vai ad una convention di coach tutti si aspetteranno che assisterai a sedute interminabili di tecnica e tattica, ed in parte è stato cosi durante la mattinata; ma il pezzo forte, la sessione tenuta davanti a circa 3500 coach, più di tutti i tesserati Fidaf eFiF messi insieme, è stato il discorso di coach Mack Brown Head Coach dell’università del Texas e di coach Tony Dungy già Head coach dei Tampa Bay Buccaneers e Indianapolis Colts. Coach Brown, un mito, ha sciorinato numeri, penserete a statistiche nuove, tipo quelle che rilevano la velocità di reazione di linebackers studiando le orme lasciate sul terreno? No, mi spiace! I numeri riguardavano i ragazzi che ogni giorno usavano droghe o quelli che iniziavano non una fulgida carriera da professionisti ma una triste carriera da alcolisti. Quello che più di tutto mi ha colpito è il numero di tentati suicidi: oltre un milione in un anno. Partendo da questi numeri Coach Brown ci ha spiegato qual è la missione, la meta alla quale un coach debba tendere, lo scopo che deve avere sempre davanti agli occhi: impegnarsi perché i ragazzi che a lui e di lui si sono fidati quando se ne vanno siano migliorati dentro e fuori dal campo. Capite? Non era importante il numero di placcaggi, ma che ognuno per le proprie possibilità fosse migliorato. Vi giuro che non aveva letto il mio articolo sul sito prima di partire per gli States. Per una volta la non mi sentivo deriso per non avere vinto neanche un Super Bowl ma mi sentivo in piena sintonia con lui e per questo l’ho eletto il mio coach dell’anno. Quello che invece è stato eletto coach dell’anno dall’AFCA durante una cena alla quale mi sembrava di essere in un film, è stato Gary Patterson Head Coach di Texas Cristian University, pensate : uno che ha perso il Bowl , non uno che lo ha vinto. Credo che anche questo sia un bel segnale, attenzione aveva fatto la perfect season, 12 vittorie e zero sconfitte, ma il Bowl lo aveva perso. Abbiamo cenato in questo salone immenso insieme al gota del Football Americano, estremamente cordiale e ben disposto nei nostri confronti. Per darvi l’idea di chi c’era, pensate che mentre stavamo parlando di Green Bay un nostro commensale confermava le nostre affermazioni avendoci giocato per due anni, ovviamente era vero. Finita la cerimonia ci siamo fermati con diverse personalità che si sono impegnate a trovare delle date disponibili per condividere con tutti i nostri tesserati l’esperienza che noi abbiamo avuto la possibilità di vivere ora.
A domani.