Riflessioni da play-off

Ho visto ieri sera in registrata la partita tra Saints e Vikings e devo dire che mi sono fatto molte domande. Siamo sicuri che il livello nella NFL sia migliorato quando vediamo una percentuale di fumble impressionante? Il football dovrà ridursi a ricevitori estremamente veloci e quarterback che lanciano missili? Sicuramente il football oggi viaggia a velocità supersoniche, ma tutto quello che ha reso famoso questo sport, i grandi discorsi sulla conquista di cm., sulla lotta per strappare poche yards all’avversario viene oggi stravolta da schemi che, basandosi sulla percentuale di completati, suggeriscono di privilegiare il gioco aereo. Se un passaggio su tre si riesce a completarlo e questo è oltre le dieci yards andando avanti a lanciare si arriverà fino in meta. Sulla carta non fa una grinza, ma è il football che vogliamo o forse tra breve assisteremo da parte della NFL un’ inversione di tendenza e modificando il regolamento verrà facilitato il lavoro della linea di difesa? Io credo che questa sarà, nei prossimi anni, la direzione che i Guru del football faranno intraprendere al gioco, e personalmente ne sarò felice. Vedremo. Altre considerazioni su alcune chiamate tattiche molto discutibili, tipo il giocare un passaggio a poche yard dal touch down alla fine del 4 quarto, al posto che accontentarsi di una corsa conservativa e un field goal di alte probabilità da parte dei Vikings. Infine la dimostrazione di quanto sia difficile arbitrare nel football. Molte decisioni, modificate dalla televisione, ed alcune anche se viste alla moviola, veramente difficili da stabilire. Io personalmente se fossi stato in panchina mi sarei molto arrabbiato per i colpi ricevuti da Favre dopo il rilascio del pallone, ma viceversa la crew arbitrale ha ritenuto, salvo una volta, il comportamento dei difensori sempre corretto. Questo non è una critica agli arbitri, ci mancherebbe, siamo al cospetto dei migliori del mondo, è semplicemente una constatazione di quanto sia difficile giudicare degli episodi e di come la televisione amplifichi episodi che dal vero magari non sono cosi rilevanti. Un appoggio di una mano, può al replay, sembrare una spinta devastante e rende difficile il giudicare l’episodio. Spero che nel football non entri la brutta abitudine calcistica della slealtà, ma viceversa si consolidi quello che lo sport deve avere come imperativo categorico: i furbi non sono ammessi. Io credo che solo da una collaborazione tra giocatori, allenatori e arbitri, e dal rispetto reciproco fra e di queste categorie il football continuerà ad essere qualcosa di diverso, di affascinante e particolare. Dai comportamenti come quello di Favre, rimasto in campo fino alla fine mascherando il dolore dietro scariche di adrenalina, senza mai lamentarsi platealmente per il trattamento ricevuto dai difensori, dalla dinamica di questo gioco che affida al kicker la vittoria della Conference, dimostrando come tutti, in questo sport, siano fondamentali e come questo sia veramente lo sport di squadra per antonomasia. A questo proposito mi piacerebbe che già dal prossimo campionato si facesse qualcosa in Italia per incentivare i field goal, magari accogliendo la proposta di Angona di invertire i valori degli extra point: 2 punti per il calcio, 1 punto per la trasformazione alla mano. Sarebbe un modo per obbligare le squadre a dedicarsi di più a questa pratica che deve divenire molto più usata di quanto lo è ad oggi. Sono convinto che basterebbe una norma transitoria, anche solo di un anno, per ridare importanza a questa azione, spesso decisiva nel gioco, ma purtroppo sottovalutata da molti coach in Italia, per mancanza di tempo durante gli allenamenti. L’inversione di valore degli extrapoint darebbe la giusta dignità al field go